Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <69>
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Sorel e D'Annuncio 69
Nelle settimane successive Sorel accentuò i suoi violentissimi attacchi alle potenze dell'Intesa, accompagnati da critiche durissime nei confronti della diplomazia italiana che non si mostrava, a suo parere, abbastanza decisa nel difendere i legittimi interessi del paese. La politica italiana era da tempo fondata su un atteggiamento servile e, a causa di ciò, l'Italia era oggetto di violente recriminazioni non appena voleva parlare un linguaggio da paese libero : D'Annunzio l'aveva potuto imparare a sue spese, osservò, in quanto, dopo avere scritto la lettera ai Dalmati, aveva voluto dare delle spiegazioni che in Francia erano state prese per scuse e, avendo fatto delle scuse, era stato trattato male dalla stampa. Ma, concluse, quando si ha la situazione letteraria di D'Annunzio, si disprezzano gli attacchi della stampa.42) Il capovolgimento di giudizio sul poeta italiano non poteva essere più clamoroso.
Sorel concordò con D'Annunzio anche nel criticare l'abbandono della Conferenza della pace da parte della delegazione italiana, avvenuto il 24 aprile 1919. Definì pietoso il telegramma inviato dal ministro Luzzatti a Clemenceau per cercare di rabbonirlo e osservò: D'Annunzio è il solo che si sia permesso di pronunciare parole di battaglia , non ammettendo che i rappresentanti del suo paese lasciassero la Confetenza per ritornarvi qualche giorno dopo e ricominciare da capo il piccolo gioco delle combinazioni ingegnose .43)
Stava nel frattempo venendo alla ribalta il problema di Fiume, oggetto di accese discussioni diplomatiche e di altrettanto accese polemiche giornali­stiche, sulla sua assegnazione. Sorel accusò gli ambienti finanziari anglo­americani di non voler concedere questa città all'Italia, accusò di debolezza Tittoni e Orlando e approvò le iniziative che D'Annunzio sembrava inten­zionato ad assumere. Il 6 luglio 1919 scrisse infatti a Missiroli: D'An­nunzio si sveglia. Qui si asserisce che egli sia soltanto un fantoccio, che il governo italiano fa muovere quando ha bisogno di spaventare l'Intesa; non è punto popolare in Francia .44)
Corradini e D'Annunirìo: un sodalizio politico e letterario, in Nuova Storia Contemporanea, a. II (1998), marzo-aprile, p. 108.
4J0 G. SOREL, Lettere a un amico d'Italia cit, pp. 234-235. Sorci approvò anche il forte discorso tenuto da D'Annunzio a Venezia il 25 aprile, nel quale veniva ribadita l'italianità della Dalmazia.
**) G. SOREL, Giustizia all'Italia, in II Resto del Carlino, 12 maggio 1919.
**) ID., Lettere a un amico d'Italia cit., p. 248. Qualche settimana dopo osservò: Qua­si tutu i francesi Che si occupano degli attuati avvenimenti sono dominati dalla leggenda dell'ingratitudine italiana. Essi sono persuasi, per esempio, che l'Italia dovrebbe mostrarsi più