Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia politica. Secolo XX
anno
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2000
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Gian Biagio Furiosi
della Lèttera agli Svisceri del Ticino, scritta da D'Annunzio alla fine dell'anno, la stroncò in questi termini: D'Annunzio si fa veramente un po' troppo beffe del pubblico, quando, non contento di suscitare la questione dalmata, suscita quella del Ticino; egli dimentica che, se si dovessero rivedere i conti del 1815, la Valtellina sarebbe svizzera. Circa la Dalmazia, cominciò a pensare che, forse, essa avrebbe potuto prosperare in una Repubblica federale, che ne riconoscesse l'italianità. E, su Fiume, accusò addirittura il governo italiano di non procedere abbastanza risolutamente , perché, osservò, più la cosa si trascinerà, più difficile sarà da risolvere. Se la città fosse stata circondata da due corpi d'armata, D'Annunzio non avrebbe osato opporre resistenza.53) Alla vigilia del Natale di sangue, rincarò: La situazione creata dalle fantasie di D'Annunzio non manca d'essere allarmante; suppongo che egli sia sostenuto da tutti coloro che furono fautori della guerra nel 1915; egli deve costringerli ad agitarsi, minacciandoli di rivelazioni.54)
Appresa la notizia dell'intervento dell'esercito italiano, commentò lapidario: Finalmente l'Italia è, per qualche tempo, sbarazzata di D'Annunzio!.55) Ma, alla fine di gennaio 1921, espresse il parere che la questione di Fiume sarebbe tornata a galla prossimamente, perché osservò D'Annunzio non ha finito di voler fare il Cola di Rienzo. Quell'uomo è una peste per l'Italia. Sospettò che fosse sostenuto da grandi potenze finanziarie che volevano imporsi al governo e definì inverosimile l'accusa che gli era stata mossa di essere stato un agente bolscevico, motivata forse da qualche pazzia di De Ambris .
D'altronde, la lettera agli svizzeri del Ticino mostrava che, quanto a lui, era capace di ogni sorta di manifestazioni intempestive . Gli sembrava, tuttavia, che, tutto sommato, durante la dittatura di Fiume egli aveva mostrato molta più diplomazia di quanto lo si credesse capace. E concluse: Un giorno o l'altro i fascisti sentiranno il bisogno di proclamarlo loro capo, ed egli accetterà la parte se li giudicherà abbastanza forti per far paura al governo; ma non vorrà prendere una posizione netta se non ritenendosi sicuro del successo.56) Il 13 marzo confermò questo timore a Ferrerò:
53) G. SOREL, Lettere a un amico d'Italia cit, pp. 298-299.
M) Ivi, p. 300.
55) hi, p. 301.
*) IPÌ, p. 303. Il 14 gennaio 1921 espresse al Bourdieu la convinzione che D'Annunzio fosse sovvenzionato dai grandi industriali nemici di Giolito' (Mi/ ne/ cent, a. XV (1997), p. 209).