Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <75>
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LIBRI E PERIODICI
ALFONSO SCIROCCO, In difesa del Risorgimento., Bologna, H Mulino, 1998, in 8, pp. 199. L. 24.000.
In questo breve saggio di sintesi, che si legge con grande facilità, salvo a ri­chiamare poi ad una più attenta meditazione delle sue pagine, Alfonso Scirocco, ben noto agli studiosi di storia del Risorgimento, sembra voler offrire ad un lettore di media cultura il quadro essenziale e le chiavi attraverso cui interpretare il processo da cui è nata la nostra unità nazionale. Ma in quest'operetta, che in tal senso solo appa­rentemente è minore, il nostro autore distilla il frutto delle sue instancabili e prolun­gate ricerche relative al movimento democratico e ai diversi aspetti della realtà del Mezzogiorno, insieme ad una non comune conoscenza del dibattito storiografico e dei problemi via via da esso sollevati, nonché dei suoi approdi critici. Essa dunque costituisce per il lettore che ravvicini con l'occhio, diciamo così, più professionale una stimolante occasione di riflessione e una proposta di interpretazione del no­stro Risorgimento, ricondotto a quel dato incancellabile per la nostra storia contem­poranea che si sintetizza nella creazione di un solo stato, di una sola monarchia, di una sola cittadinanza partendo da una realtà diversificata, divisa, priva di esperienze storicamente significative di incontro, salvo quella recente e per più versi decisiva indotta dall'avvento della Francia rivoluzionaria e napoleonica. Fin dalle prime pagine infatti l'autore, con molto garbo, ma con non minore chiarezza, prende le distanze da interpretazioni più o meno recenti che spesso hanno accentuato i limiti del Risor­gimento senza mettere a confronto le loro opinioni con i fatti: esigenza questa alla quale egli invece intende mantenersi fedele. Nasce così questo doppio piano di lettura di cui si diceva: uno rivolto essenzialmente a delineare, sia pure con grandi tratti, l'insieme degli eventi; l'altro, che irrompe continuamente nel respiro narrativo, cerca sempre di inquadrarli entro le complessità di un processo, del quale sono co­stantemente evidenziate le linee di tendenza e i problemi emergenti. Se poi volessimo ridurre all'essenziale i caratteri di questo processo, essi andrebbero ritrovati in un paese molteplice al cui interno si attivano le forze moderne, i nuovi ceti dirigenti fondamentalmente individuati negli intellettuali e nella borghesia che, per interessi e per ragioni morali e culturali, mirano a semplificare tale molteplicità, e per con­corso di circostanze fortunate e di profonde istanze storiche approdano all'unità. Quest'opera colossale di trasformazione che nel XIX secolo pone lo scacchiere ita­liano al centro di eventi di portata europea, presenta certamente limiti e contraddi­zioni irrisolte, discussi con molta vivacità negli ultimi capitoli dove si esaminano i caratteri di una unificazione artigianale e la costruzione dello stato nazionale post-unitario. Ma prima lo Scirocco dipana i fili di un racconto che serve a delineare l'età del Risorgimento, un'età che nella sostanza si colloca ed esaurisce tra la spinta mo-