Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <76>
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76 Libri e periodici
dernizzatrice indotta dallo scoppio e dalla espansione della rivoluzione francese, ras-secondamento di tale tensione che gli intellettuali nazionali di diverse tendenze pro­muovono, e la costituzione dello stato unitario tra il 1859 e il 1861, passando per lo spartiacque del 1848-'49. Poi viene altro, viene la costruzione appunto dello stato nazionale, lungo la quale gli entusiasmi della fase precedente, le sue semplificazioni ideologiche, cedono il campo a nuovi problemi, tanto concreti quanto imprevisti Sono due i fattori principali, intemi a una tale lettura del moto nazionale, ad essere sottolineati quali segni rivelatori e all'origine di quei problemi: uno, presente già nel dibattito storiografico, riguarda la ristrettezza dei ceti dirigenti; l'altro, anche esso non nuovo, ma proposto attraverso una originale riflessione sulle più recenti esperienze che, a mio avviso, attribuiscono ad essa un innovativo e non eludibile spessore pro­blematico. Infatti realtà tanto diverse si trovarono coinvolte nel volgere di poco tem­po in una dimensione unitaria, ed anche i decenni delle aspre lotte furono in verità poca cosa messi a confronto con quel risultato che, si osserva giustamente, solo in tempi recenti, dopo il 1848-49, cominciò ad apparire inevitabile. Insomma il dato che caratterizza il nostro Risorgimento, è la differenza: differenza di sviluppo civile, eco­nomico, politico, di civiltà, di tradizioni, inserite in un vorticoso procedere di eventi fino all'esito finale che tra il 1859-61 portano alla costituzione del Regno d'Italia. Così lo Scirocco, come si è ricordato uno dei più attenti indagatori del Mezzogiorno continentale e non solo, porta in questa sua proposta tutta l'esperienza e la passione di chi ha lungamente scandagliato una delle fondamentali differenze della nostra storia, mettendo però spietatamente in luce il vicolo cieco entro il quale una pura e semplice difesa di tali differenze avrebbe costretto lo sviluppo della nostra area. Questo filone lo inserisce a pieno titolo in una tradizione di studi che annovera nomi illustri, da Ruggero Moscati a Nino Cortese, al compianto Rosario Romeo, appassio­nati e sagaci indagatori d'un mondo travolto dal processo risorgimentale, e forse per questo anch'essi più attenti a sottolineare le differenti condizioni con cui le realtà po-litiche preunitarie confluirono nel processo fondativo dello stato italiano e lo condi­zionarono, senza smarrire il significato politico, morale, civile dell'evento epocale il termine ricorre nel volume di cui discutiamo attraverso il quale l'Italia si costituì e cercò poi, con esiti, contrastanti, la via per farsi nazione. Questa ispirazione assume un ben preciso valore: lo Scirocco, ribadendo e per certi versi approfon­dendo le linee interpretative del suo precedente volume sull'età del Risorgimento* apparso presso io stesso editore, rende più sintetica la trama del racconto e più evi­dente quella del giudizio storiografico, che valorizza da un lato il carattere di moder­nizzazione complessiva assunta dal superamento del particolarismo entro le forme dello stato unitario, costituzionale e liberale; dall'altro sottolinea come le incertezze, le resistenze, le oscurità di un tal processo possano alla fine ricondursi al suo svolgi­mento rapido, improvviso, inaspettato tanto da lasciare impreparata la già ristretta classe dirigente raccolta a difesa dei valori del nuovo stato. In questo processo di passaggio tumultuoso dal molteplice all'uno, che in sostanza l'autore indica più volte come l'aspetto saliente e in certo senso riassuntivo del processo individuato dal con­cetto di Risorgimento, emerge quasi a mo' di contrappunto rivelatore della passione civile contemporanea che ispira il nostro autore, il tema di un Risorgimento come