Rassegna storica del Risorgimento
VECCHI CANDIDO AUGUSTO
anno
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1921
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pagina
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619
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> H nmirimomo di C. A. Vecckj 619
tere (1) elle qui. por quanto sappiamo, vedono la luce per la prima volta.
Al Sig. Inwricato d'Affari della S. SÈ Fémm.
Olmo e Bev.mo signore,
Avrei dovuto pria di quest'ora presentarlo l'acci uso officio aperto ohe S. E. il Danaio di Napoli (2) si' benigno Rivo t'irmi, perchè in Lei trovassi un ftPP0ggi naia tntela nella mia sventura. Imperiose circostanze me ne ritrassero odi a stento lio potuto riaverlo dalla polizia di Firenze, che avendomi sorpreso -tatto le carte chi ose nel mio portafoglio, e rubandomele tutte, ho potnto a mia buona ventata questo solo ufficio ed un testamento di mio padre salvare dalla osatami soperohieria. Ora è mestieri che io Le narri: tutt'i miei casi e Fillade de' mali ohe ho sofferto perchè Ella faccia valere la- sua autorità a mio vantaggio.
Sai declinare dell'anno 1889 venne in Napoli, ov'io mi trovava per affare di commercio, la signorina VTfctorina della Ripa, ebrea, figlia, del signor Giuseppe della Ripa, banchiere a Firenze. Èbbi la ventura di conoscerla, di amarla riamato, e di persuaderla a passare nella nostra santa religione, unica vera. Corsero molta mesi di vicendevole potente un'etto e di eoptino ve promesse di abiura del suo giudaismo che avrebbe realizzata Firenze, appena tornata presso suo padji-e, BaftX di fatto} ne parlò in famiglia, e le imprecazioni e le minacce di inortej di maledizione furono tutta risposta. Essa desolata me ne scriveva quando aveva il destro di farlo: ma sorpresa la corrispondenza, fu chiosa, come in prigione, in una casa di campagna, ove ogni dì gli (sic) offrivano sposi ebrei che ella por la religione cui sentivasi spinta, e per amor mio costante rifiutava. I noi giunsero alle maggiori sevizie, finché ella non reggendo, sorisseiui a Napoli, perchè io ini partissi di là e venissi a Firenze per dirle cosa dovea fare per poter prendere il battessimo e sposarmi. Per alcune giovanili bizzarie messe a, stampa deludendo la censura del governo di Napoli, fui dannato a passar qualche mese fuori del regno. 11 nunzio di Napoli ohe mi stima ed ama molto, avendo por me pregato invano, mi die questo ufficio per V. S. IU.ma e Ric.ma, perchè venuto a Firenze mi avesse in sua grazia, mi consigliasse e mi tenesse in buon conto. 0; venni a Firenze con altro nome, perchè sapeva che da ben quattro mesi i signori della Ripa prafc* ttoavano ogni di delle rioherche per sapere se Candido Augnato Veochj fosse nell'elenco de' tbraatiewt arrivati Se non venni; a presentarmi a Lei, lo feci per guardare sempre meglio il mio incognito. Vidi la mia desiderata, le pro-
ri) La prima di esso trovasi allogata in copia, la seconda in originalo con
firma autografa.
(2) Lo stesso d iculi è la seconda lettera.