Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Inghileterra. Storia politica. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <166>
immagine non disponibile

166
Gian Biagio Furiosa
che allo stesso tempo ne erano affascinati e comunque non potevano non seguirne gli sviluppi, in un'altalena di diffidenza e di speranza,4)
Per quanto riguarda i contatti di esponenti italiani con le Trade Unions, essi possono farsi risalire addirittura al soggiorno londinese di Mazzini, il quale fu proprio ispirandosi ad esse che nel 1841 creò a Londra l'Unione degli operai italiani.5) Un decennio dopo, altri due esuli politici, Carlo Pisa-cane e Luigi Pianciani, ebbero dei contatti nella capitale britannica con ambienti cartisti e radicali.6) Nel 1861 si ebbe poi uno scambio di messaggi tra la Società generale operaia di Napoli, diretta da uomini della sinistra d'azione, e il London Trades Council (l'organismo centrale del proletariato della capitale britannica), scambio al quale George Howell, suo segretario, attribuiva grande importanza.
Da questa corrispondenza risulta che lo Howell, ammiratore di Gari­baldi,7) riconosceva che gli operai italiani facevano bene, date le condizioni del paese, ad occuparsi di politica più di quanto non fosse nella tradizione dei sindacati inglesi, i quali d'altra parte dovevano rendersi conto, a detta dello Howell, che nella difesa degli interessi economici dei loro aderenti era implicito un problema di potenza politica.8)
Dopo la creazione della Prima Internazionale, i contatti con il mondo operaio inglese si intensificarono, ma naturalmente il giudizio su di esso
(G.M. BRAVO, Marx e la Prima Internationale, Bari, 1979, pp. 83-84). Si veda anche N. DELL'ERBA, 11 socialismo riformista tra politica e cultura, Milano, 1990, pp. 14-15.
4) 'Inghilterra ebbe ad osservare nel 1895 il Rae forma alternativamente la speranza e la disperazione dei socialisti del continente. Essa possiede ogni requisito per la rivoluzione, eppure la popolazione non vuol saperne di farla (G. RAE, Il socialismo contem­poraneo, Firenze, 1895, p. 114).
5 Cfr. S. MASTELLONE, Il progetto politico di Mastini (Italia-Europa), Firenze, 1994, p. 230. Secondo Mastellone, sul modello delle Trade Unions Mazzini intendeva anche orga­nizzare la moderna democrazia rappresentativa.
*J Per Pianciani cfr. L. LA PUMA, Democrazia e socialismo tra diaspora ed esilio. Il di­battito politico in Europa dopo il 1848, Manduria, 1998, p. 257. Per Pisacane, L. Russi, Carlo Pisacane. Vita e pensiero di un rivoluzionario, Milano, 1982, pp. 300 e sgg. e C. VETTER, Carlo Pisacane e il socialismo risorgimentale. Fonti Culturali e orientamenti politico-ideali, Milano, 1984, pp. IMf*
7) Sulle simpatie inglesi per Garibaldi cfr. J. DAVIS, Garibaldi il movimento radicale e operaio inglese (1848-70), in G. GNGARJ (a cura di), Garibaldi e il socialismo, Bari, 1984, pp. 191-207.
Su questo carteggio si vedano: A.W. HUMPHRRY, Robert Applegartb, London, 1913; J. FREYMOMD, Elude sur la formalion de la Première Internationale, in Zeitùbrift jìjr scbweisg-risebi Gtschicbte, 1950, fi. ' F;M. LEVHNTHAL, Respectabh Radicai George Howell and ]/ictorian Working Class politics, London, 1971; L. VALI ANI, Qmistionì di storia del socialismo, Torino, 1973, p, 69. Sull'Howeil, G. PELLEGRINI, Trade Unions e problemi sindacali, Perugia, 1981