Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Inghileterra. Storia politica. Secolo XIX
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2000
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Gian Biagio Furiosa
che allo stesso tempo ne erano affascinati e comunque non potevano non seguirne gli sviluppi, in un'altalena di diffidenza e di speranza,4)
Per quanto riguarda i contatti di esponenti italiani con le Trade Unions, essi possono farsi risalire addirittura al soggiorno londinese di Mazzini, il quale fu proprio ispirandosi ad esse che nel 1841 creò a Londra l'Unione degli operai italiani.5) Un decennio dopo, altri due esuli politici, Carlo Pisa-cane e Luigi Pianciani, ebbero dei contatti nella capitale britannica con ambienti cartisti e radicali.6) Nel 1861 si ebbe poi uno scambio di messaggi tra la Società generale operaia di Napoli, diretta da uomini della sinistra d'azione, e il London Trades Council (l'organismo centrale del proletariato della capitale britannica), scambio al quale George Howell, suo segretario, attribuiva grande importanza.
Da questa corrispondenza risulta che lo Howell, ammiratore di Garibaldi,7) riconosceva che gli operai italiani facevano bene, date le condizioni del paese, ad occuparsi di politica più di quanto non fosse nella tradizione dei sindacati inglesi, i quali d'altra parte dovevano rendersi conto, a detta dello Howell, che nella difesa degli interessi economici dei loro aderenti era implicito un problema di potenza politica.8)
Dopo la creazione della Prima Internazionale, i contatti con il mondo operaio inglese si intensificarono, ma naturalmente il giudizio su di esso
(G.M. BRAVO, Marx e la Prima Internationale, Bari, 1979, pp. 83-84). Si veda anche N. DELL'ERBA, 11 socialismo riformista tra politica e cultura, Milano, 1990, pp. 14-15.
4) 'Inghilterra ebbe ad osservare nel 1895 il Rae forma alternativamente la speranza e la disperazione dei socialisti del continente. Essa possiede ogni requisito per la rivoluzione, eppure la popolazione non vuol saperne di farla (G. RAE, Il socialismo contemporaneo, Firenze, 1895, p. 114).
5 Cfr. S. MASTELLONE, Il progetto politico di Mastini (Italia-Europa), Firenze, 1994, p. 230. Secondo Mastellone, sul modello delle Trade Unions Mazzini intendeva anche organizzare la moderna democrazia rappresentativa.
*J Per Pianciani cfr. L. LA PUMA, Democrazia e socialismo tra diaspora ed esilio. Il dibattito politico in Europa dopo il 1848, Manduria, 1998, p. 257. Per Pisacane, L. Russi, Carlo Pisacane. Vita e pensiero di un rivoluzionario, Milano, 1982, pp. 300 e sgg. e C. VETTER, Carlo Pisacane e il socialismo risorgimentale. Fonti Culturali e orientamenti politico-ideali, Milano, 1984, pp. IMf*
7) Sulle simpatie inglesi per Garibaldi cfr. J. DAVIS, Garibaldi il movimento radicale e operaio inglese (1848-70), in G. GNGARJ (a cura di), Garibaldi e il socialismo, Bari, 1984, pp. 191-207.
Su questo carteggio si vedano: A.W. HUMPHRRY, Robert Applegartb, London, 1913; J. FREYMOMD, Elude sur la formalion de la Première Internationale, in Zeitùbrift jìjr scbweisg-risebi Gtschicbte, 1950, fi. ' F;M. LEVHNTHAL, Respectabh Radicai George Howell and ]/ictorian Working Class politics, London, 1971; L. VALI ANI, Qmistionì di storia del socialismo, Torino, 1973, p, 69. Sull'Howeil, G. PELLEGRINI, Trade Unions e problemi sindacali, Perugia, 1981