Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Inghileterra. Storia politica. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <171>
immagine non disponibile

Il modello inglese nel primo socialismo italiano 171
che a questo scopo era stato designato Costantino Lazzari, lo Smith consi­gliò che quest'ultimo si presentasse come rappresentante di qualche società o federazione di mestiere e non semplicemente Partito operaio, tanto più che questo partito non è, credo, composto esclusivamente di tradunionisti e non si sa neppure quale sia il numero dei suoi membri.28) Chiese infine a Costa di fornirgli indirizzi di compagni triestini e spagnoli.
A metà degli anni Ottanta, in sostanza, e secondo quanto descritto dallo stesso Brousse, lo schieramento che si preparava a fondare la Seconda Internazionale era diviso in tre gruppi principali: il primo, rappresentato dagli inglesi, si stava impegnando nella creazione di un partito di tipo economico; all'opposto si collocavano i socialisti tedeschi e i guesdisti francesi, che volevano la creazione di un partito politico; tra loro si situava­no i socialisti belgi, i possibilisti francesi, gli spagnoli e gli italiani, che volevano da parte loro un partito economico duplicato in partito poli­tico.29) Andrea Costa, è stato osservato, si mantenne tutto sommato equidistante dai francesi, dai tradunionisti e dai tedeschi, restando per adesso, un socialista italiano .30)
Se il modello inglese fu tenuto presente da qualche Camera del lavoro italiana, come quella di Cremona,31) e da qualche organizzatore periferico come il veneziano Marson,32) fu Osvaldo Gnocchi Viani, come sappiamo, ad indicare espressamente l'esempio inglese delle Trade Unions nel suo Appello agli operai siciliani del 1890, nel quale osservò che gli operai inglesi
2 Lettera di A. Smith a Costa del 27 settembre 1888, ivi. Sul congresso di Londra del 1888 si vedano: W.J. DAVIS, The Brìtisb Trades Unions Congress, 2 voli., London, 1910-1916; G.D.H. COLE, Storia del pensiero socialista. IH. La Seconda Internationale 1889-1914, voi. I, Bari, 1979, pp. 14, 30; W. KENDALL, Il movimento sindacale e l'organizzazione politica in Gran Bretagna nell'era della Seconda Intemazionale, in AA.W., Sindacato e classe operaia nell'età della II Internazionale, Firenze, 1983, pp. 386-388.
Si vedano P. BROUSSE, La propriété collective et les services publìcs, Paris, 1883 e P. DOGLIANI, Un laboratorio di socialismo municipale cit., p. 30.
*n P. ALBONETTI, Note e documenti relativi ad Andrea Costa e l'Internazionale tra il 1879 e il 1889, in AA.W., Ravenna 1882. Il socialismo in Par/amento, Ravenna, 1985, p. 244.
3) Nel manifesto costitutivo della Camera del lavoro cremonese veniva usata la deno­minazione di Unioni al posto di Sezioni (S. MERLI, Proletariato di fabbrica e capitalismo industriale. Il caso italiano 1880-1900, Firenze, 1972, p. 650.
*2> Cfr. A. MARSON, Associazioni inglesi ed italiane e Camere del lavoro, Venezia, 1892. Ciò che il Marson, primo segretario della C.d.L. di Venezia, ammirava nelle Trade Unions etano i loro obbiettivi concreti, quali ufficio di collocamento gratuito per organizzati e no, fissazione di un salario e di un orario equi, sussidio per gli scioperi, soluzione arbitrale nelle controversie tra capitale e lavoro, promozione di leggi sociali e cosi via.