Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Inghileterra. Storia politica. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <172>
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172 Gian Biagio Furiosa
portavano nel movimento intemazionale due caratteri speciali: lo spirito strettamente economico-operaio e la fiducia salda e robusta nella efficacia delle associazioni o organizzazioni operaie.33)
Il nuovo unionismo, affermatosi in Inghilterra nel biennio 1889-90 ad opera soprattutto di John Burns, che intendeva organizzare anche i lavora­tori non specializzati,34) suscitò scarsi entusiasmi in Gnocchi Viani, che tuttavia continuò a ritenere che gli operai inglesi fossero i migliori del mondo dal punto di vista dell'organizzazione e della disciplina di classe e che fuori dell'Inghilterra il movimento operaio fosse imbevuto di pregiu­dizi politici, come in Francia.35)
Se La Giustizia di Reggio Emilia del 2 marzo 1890, con un articolo dal titolo Viva la Germania1., polemizzava con lo Standard di Londra che aveva dato un giudizio riduttivo sui socialisti tedeschi, e lo stesso Turati, più volte si definì marxista e tedesco,39 per non parlare del filogermane-simo di Antonio Labriola, Enrico Ferri e Claudio Treves, il movimento operaio inglese fu fatto conoscere in quegli anni agli italiani da un perso­naggio assai caro alla tradizione democratica e risorgimentale: Jessie White Mario (collaboratrice dopo il 1885 di Nicola Badaloni) che pubblicò sulla Riforma e sul Resto dei Carlino una serie di articoli riguardanti le lotte ope­raie inglesi e in generale l'organizzazione delle Trade Unions.37)
Nello stesso famoso Indirizzo al congresso di Halle, redatto da Anto­nio Labriola e ricordato generalmente per il riferimento alla potente organizzazione dei socialisti tedeschi e alla loro vittoria elettorale del febbraio 1890, si citavano anche i nuovi orientamenti delle Trade Unions, oltre alla recente manifestazione mondiale del primo maggio, quali sicuri indizi che il proletariato internazionale stava marciando sulla strada della
33> Lo si veda in L. BRIGUGUO, Operaismo lombardo e Fasci siciliani, in AA.W., / Fasci siciliani, Bari, 1976, voi. 2, pp. 37-38.
**) Cfr. E. GRENDI, L'avvento del laburismo. Il movimento operaio inglese dal 1880 al 1920, Milano, 1964, p. 269.
35> O. GNOCCHI VIANI, Operai inglesi e operai italiani, in Critica sociale, 31 luglio 1891, ora anche in G. ANGELINI, Oltre la politica. Valori e istituzioni per una società nuova, Milano, 1989, pp. 138-145.
M) D. RAVA (a cura eli), Filippo Turati e i corrispondenti stranieri. Lettere 1883-1932, Manduria, 1995, pp. 68, 79. Sulla socialdemocrazia tedesca come partito-guida si veda G. HAUPT, L'Internazionale socialista dalla Comune a Lenin, Torino, 1978, pp. 185 sgg.
37> Si veda in particolare J. WHITE MARIO, La questione operata in Inghilterra, in La Riforma, 16 novembre 1889. Sulla White Mario si vedano: L BERTELLI, Jessie White Mario, Firenze, 1915; E. ADAMS DANIELS, Posseduta dall'angelo. Jessie White Mario la rivoluzionaria del Risorgimento, Milano, 1977; I. BJAGIANTI, Jessie White Mario e la cultura garibaldina, in G. CINGARI (a cura di), Garibaldi e il socialismo dir., pp. 240-243.