Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Inghileterra. Storia politica. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <178>
immagine non disponibile

178 Gian Biagio Furiosi
Germania. Ma a Londra, commentò soddisfatto, anche la grandissima mag­gioranza aveva accettato la formula e lo spirito delle deliberazioni marxi­ste, tanto che si poteva prevedere come aveva detto lo stesso Bebel in un discorso al congresso che l'Inghilterra sarebbe passata presto in prima linea nell'arringo socialista, lasciandosi addietro di mille cubiti ogni altro paese progredito .62)
Sul tasso di marxismo delle Trade Unions si sviluppò, nell'autunno di quell'anno, una vivace polemica tra Turati e Olindo Malagodi, corrispon­dente della Critica sociale da Londra, che riferiva del recente congresso di Edimburgo nel quale i tradunionisti avevano deliberato, riguardo ai congres­si socialisti internazionali, di tornare alle vecchie astensioni. Si trattava per lui di una decisione sapiente, perché dimostrava che le Trade Unions erano una organizzazione autosufficiente, che aveva sviluppato una forma economica di reazione del proletariato al capitalismo e, poiché questa si era sviluppata nel paese più evoluto, era da ritenere che essa rappresentasse la forma più perfetta ed efficiente. Inoltre, le Trade Unions costituivano Tina classe aristocratica di fronte ai disoccupati e ai disorganizzati. Questo poteva sembrare poco, poteva sembrare anche triste e crudele, in con­fronto agli splendori umanitari e alle vaste profondità ideali del programma socialista mondiale; ma, d'altra parte, esso aveva la grande superiorità di rappresentare già un fatto, di essere una conquista reale .
Gli inglesi avevano ragione anche di rifiutare il metodo delle rappre­sentanze per nazioni nei congressi internazionali, che penalizzava le orga­nizzazioni britanniche, equiparandole a quelle insignificanti di paesi come l'Australia o il Giappone. Quando i tradunionisti concludeva Malagodi protestano contro tali metodi, non solo hanno ragione, ma dimostrano di avere più chiara che non voi la coscienza della nuova vita democratico-socialista .63)
Turati replicò nel numero successivo, dichiarando di non condividere nessuno dei concetti espressi dal suo corrispondente londinese. Rifiutò di considerare quello tradunionista un movimento apolitico, perché, osser­vò, nel midollo l'azione delle Trade Unions è essenzialmente socialista; un socialismo, magari, tradotto in inglese, accomodato a speciali condizio­ni di nazione e di razza; un socialismo graduale, evolutivo, un po' lento nei
fi2> LA CRITICA SOCIALE, II Congresso intemazionale socialista, in Critica sociale., 16 ago­sto 1896. Prima del congresso Turaci aveva espresso perplessità sulla utilità di una parteci­pazione italiana ad esso (A. HEERING, Filippo Turati e la II Internationale 1891-1912, in M. DEGL'INNOCENTI (a cura di), Filippo Turati e il socialismo europeo, Napoli, 1985, p. 113).
63) O.M., Il Congresso delle Trade 's Unions, in Crìtica sociale, 1 ottobre 1896.