Rassegna storica del Risorgimento
VECCHI CANDIDO AUGUSTO
anno
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1921
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pagina
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621
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Il tmMmonio di 0. A, Vecchj 621
lizia aveva vendutorBtie queste carte mie al sig, Bella Ripa. Sentami avveduto ohe l'amare onestamente per sposare mia giovane, presso la polizia di Firenze è un delitto; che consigliare una ebrea ad abbracciare il cristianesimo vale lo stesso cbe subire l'ignominia d'una visita domiciliare, quella del carcere: e del bande, che addolora ogni onesto cittadino oui s'infligge, son partito la notte stessa per salvarmi da qualunque cosa di peggio.
t)r che no esposto a V. S. Ill.ma e Rovina tutti i miei oasi, La prego dì prendere interesse dì me come suddito pontificio, e reclamare presso il governo pel sopruso che mi si è fatto, oerto alla insaputa delle autorità superiori che non sanzioneranno su di me, innocente, tanto grave condanna.
Si chiarisca infine, se in imo Stato cattolico un suddito pontificio abbia ad essere conculcato, vilipeso, infamato da tur ebreo; Se una israelita che vuole abbracciare il cristianesimo, convinta della sua verità; ritirarsi a taPuopo in un luogo sacro, abbia ad uscirne, senza essere prima battezzata, trascinata da' suoi, che selvaggi ancora come i loro padri del deserto, Dio sa a quale empio governo la serberanno.
Domani andrò via dalla Toscana. S'Ella vorrà impegnarsi per la giustizia della mia causa e per quella ohe alla mia è allacciata, ne scriva, per farmene saper nuova, al sig. D. Giuseppe Tchudy (sic, invece di Tschudy), cavaliere e console generale delle due Sicilie in Livorno. Ove a Lei non riuscisse farmi usare giustizia e alla infelice signorina che più di me Le raccomando, Ella permetterà che io ne scriva a Roma a tali che possono far mordere la polvere a chi ingiustamente conculca un suddito pontificio.
Mi creda intanto eoe,
lavorilo, 14 gonfìdio 1841.
CANDIDO AUGUSTO VECCILT.
Monsignor Governatore di Roma.
Eccellenza Rev.ma,
Con riservato foglio dei 12 corrente n. 19097, sezione 1, desidera V. E. Rev.ma di essere da me informato di ciò che riguarda il suddito pontificio Candido Augusto Veoohj di Ascoli. Mi faccio dunque a tesserle l'istoria di questo fervido giovane, come già con vari dispacci ne resi conscio l'E.mo sig. cardinale segretario di Stato.
Tratteneva! da qualche anno in questa capitalo il Veoohj applioato ad affari di commercio per la sua casa ohe ha, mi si dico, dello cartiere e negli Abbruzzi ed in Ascoli, sua patria. Qomparivo di tratto in tratto il suo nome sopra alcuno di questi giornali inserendovi qualche articolo,-il perchè fu creduto giornalista. Nel mese di aprile del passato anno l'E.mo segretario di Stato mi prevenne essorsi dato alla luce in Napoli un libro intitolato Prima Centuria d'Jscrisiom Lapidarie, del quale era autore Augusto Veoohj, ed in esse