Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia istituzionale. Secolo XIX
anno
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2000
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Pietro Alberto Lucchetti
vise e che risultavano invece in linea con i precorsi della Destra storica: nazionalismo, imperialismo, uso della forza quale strumento di soluzione delle controversie, consonanza con le decisioni assunte dalla Corona in non perfetto ossequio alla volontà espressa dal Parlamento.
A tanto, fast but noi least, vanno aggiunti riti e miti (la diplomazia segreta, il corporativismo quasi di casta del milieu diplomatico), consolidatisi in modo incontrastabile nel sistema aristocratico di relazioni internazionali, di certo alieni alla cultura della Sinistra.
Nondimeno, giunta alla direzione del governo nazionale, la Sinistra storica si trovò giocoforza di fronte al problema di gestire la politica estera di un grande Stato nazionale, seppure di recente costituzione, quale l'Italia.3)
Lo fece, probabilmente (e, di certo, almeno non all'inizio), non con quella consuetudine, quella familiarità culturale, manifestata dalla Destra.
H punto che qui più interessa rilevare attiene al fatto che proprio tale diversità di approccio, più che un mutamento delle scelte di politica estera (d'altronde realizzabili anche da una stessa parte politica di governo), avrebbe potuto significare, tenuto conto della estrema peculiarità dei metodi di gestione dei rapporti internazionali, o un affidarsi in modo forzato a tecnici (cioè ai diplomatici della Consulta) espressione di culture non omogenee rispetto a quelle dei nuovi foreign pòlicy makers, o far conto ex novo su altra leva di personale.4)
È su questo aspetto, essenzialmente, che si soffermerà il prossimo discorso.
LA politica estera della Sinistra storica: continuità e discontinuità
La scelta, innanzitutto, dei Ministri degli esteri della Sinistra storica, fornisce un primo, significativo parametro di valutazione.
3) Quanto tale nuova gestione fosse stata accolta con sospetto dall''establishment di settore viene confermato a posteriori, ad esempio, dagli scrìtti ne Nuova Antologìa (pubblicati a distanza di oltre dieci anni dal ministero Melegari), a firma di un ex Diplomatico, con cui, nel ricordare come i funzionari che rappresentano l'Italia all'estero devono essere gentiluomini perfetti e incensurati (...) Si può ammettere la democrazia in tutto ma non vorremmo si applicasse anche ad una diminuzione di qualità morali (Nuova Antologia, 16 dicembre 1887), si auspica il ritorno alla politica estera personale, attuata da Cavour, che permetterebbe una maggiore segretezza e quindi un maggior accesso ai colloqui che avvengono tra re e ministri di altri paesi (ivi, 16 agosto 1885).
4> Uno spaccato di grande interesse storiografico ed amministrativo del personale diplomatico di fine secolo è offerto da UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI LECCE - DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE E SOCIALI, La formazione della diplomazia navonah (1861-1915). Repertorio bio-bibliografico dei funzionari del Ministero degli Affari Esteri, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1987.