Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia istituzionale. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <190>
immagine non disponibile

190
Pietro Alberto Lucchetti
Pur con le eccezioni (ammesso, come si è visto, che possano conside­rarsi tali) descritte, la regola della Sinistra, da Melegari a Crispi, è stata dunque quella della assunzione diretta e piena delle responsabilità di politica estera.6)
In proposito, una prima linea concettuale di continuità di fondo tra Destra e Sinistra, in cui si sarebbe potuta invece realizzare, dati i presupposti prima evidenziati, una rottura forte con il passato, si rileva nella scelta di netto rifiuto di posizioni neutralistiche del Paese,7) analoghe a quelle proposte dal modello svizzero.
Rosario Romeo, in occasione del primo centenario dell'Unità, ricorda:
E in primo luogo dobbiamo guardare a quel nuovo e più alto sentimento di sé che, nonostante tutte le polemiche, riempì adesso gli animi dei migliori tra gli italiani, dopo i secoli di avvilimento in cui essi erano avvezzi a restare esclusi dalle più serie ed energiche manifestazioni della vita europea, dai conflitti delle potenze alla nascita dell'industrialismo, ed erano rimasti spettatori delle grandi battaglie di idee nel mondo moderno, e intenti al vano culto delle glorie passate (...). Minghetti respingeva perciò il suggerimento di prendere a modello per l'Italia il Belgio o la Svizzera neutrali, osservando che "un gran paese non può concentrare in questo modo in sé stesso la sua attività. Il bisogno di espansione della giovinezza, se non gli si aprono talune grandi prospettive, si inacidirà, si svolgerà in corruttela e malcon­tento"; e Crispi (...) alcuni anni dopo: "la nuova missione d'Italia qui comincia, e se, insediatici nella etema città abbiamo proclamato liberi i culti e le coscienze, è in­completa l'opera nostra finché con gli studi e con le armi, con la scienza e con la forza non avremo provato allo straniero che noi non siamo minori dei padri no­stri".8)
Sulla posizione di Crispi, favorevole all'ingresso dell'Italia nel concerto internazionale, allora ovviamente coincidente con l'ingresso nell'Europa delle potenze, si ritrova tutta la Sinistra.
Rispetto, però, alla Destra, il presupposto partecipativo della Sinistra si colloca nel contesto ideologico di rigetto della politica espansionistica dello
*) Gli spunti ricostruttivi delle linee essenziali di politica estera relativi al periodo qui preso in esame sono tratti dai classici B. CROCE, Storia d'Italia cit.; F. CHABOD, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 7896, Bari, Laterza, 1965; da R.J.B. BOSWORTH, Italy. The teast of great powers: Italia ti foreìgn policy he/ore the first world war, Cambridge, Cambridge University Press, 1985; C.M. SANTORO, La politica estera di una media potenza. "L'Italia dall'Unità ad oggi, Bologna, Il Mulino, 1991; D. MACK SMITH, Storia d'Italia dal 1861 al 1997, Roma-Bari, Laterza, 1999, pp. 163-205.
"Q Cfr., in proposito, R. PBTRIGNANI, Neutralità ed alleanza. Le scelte di politica estera del/Italia dopo l'Unità, Bologna, Il Mulino, 1987.
5) R. ROMEO, Dal Piemonte sabaudo all'Italia liberale, Roma-Bari, Laterza, 1974, p. 304.