Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia istituzionale. Secolo XIX
anno
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2000
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pagina
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195
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Uamministrav(ione degli Affari Esteri sotto Crispi 195
sembrano altrettanto ben collocabili in quel contesto a matrice nettamente idealistica (e, quindi spesso sostanzialmente utopistica) che è un quid proprìum della Sinistra e rispetto al quale anche Crispi non poteva essere considerato distante.
D'altro canto, è indubitabile che
la portata stessa del suo progetto di riforma, l'intuizione dei nuovi campi di attività sociali che andavano aprendosi allo Stato di fine Ottocento (e che lo Stato non poteva più trascurare), la vastità e profondità dell'impegno legislativo fecero di Crispi un convinto assertore in Parlamento e nell'attività di governo della modernizzazione dell'apparato pubblico .l5>
Un discorso del tutto particolare, in proposito, va fatto per l'Amministrazione degli affari esteri.
Il progetto politico della Sinistra storica ha avuto attinenza in primis alle riforme interne dello Stato (riforma elettorale, dell'istruzione dell'obbligo, della sanità e delle istituzioni di beneficenza). Le questioni di politica estera, come accennato in precedenza, poiché in sostanza aliene dalla cultura profonda della Sinistra, ne rimanevano pressoché a margine.
Ciò ha determinato una gestione della politica estera nazionale, dopo la rivoluzione parlamentare, a connotazione continuistica, evidenziata in modo netto, non solo, ad esempio, dalle appena richiamate persistenze della Consulta, ma da presenze all'apparenza incongruenti (ci si riferisce, ad esempio, al Tondelli),6) o anche da ritorni personali, quali quello di Alberto Blanc, ben accetto sia alla Destra, sia a Mancini, sia, infine, allo stesso Crispi.
Si è cercato di spiegare, in sintesi, la ragione di tali persistenze anche nel loro utilizzo, quasi utilitaristico, da parte, innanzitutto, di Depretis. Eppure, altrettanto, esse manifestano chiaramente la consapevolezza dello statista lombardo di dover far capo, per questioni di particolare tecnicità, ad una già esistente burocrazia di settore, che non può ex abrupto improvvisarsi.
Se, in altri termini, era stata fatta l'Italia della Sinistra, non c'erano (né potevano ragionevolmente esserci) i diplomatici della Sinistra .
9 Ibidem.
i<0 Tornielli godeva di grande autorità e di estese amicizie a corte e negli ambienti politici, specie in quelli moderati (...) Era stato in sede a Costantinopoli, Pietroburgo, Atene, Belgrado, Bucarest e Madrid. Dal 1876 al 1879 aveva occupato, con una breve interruzione, l'importante posto di segretario generale del Ministero degli Esteri. Nel 1879 era stato nominato senatore , E. SERRA, ha questione tunisina da Crispi a Rudinì ed il Colpo di timone alla politica estera dell'Italia, Milano, Giuffrè, 1967, p. 107.