Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia istituzionale. Secolo XIX
anno
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2000
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Pietro Alberto Lucchetti
Mentre inFatti, ad esempio, dopo il 1876, si sarebbero potuti formare a breve ed anche, per alcuni versi, improvvisarsi, prefetti della Sinistra,'7' altrettanto non avrebbe potuto avvenire, soprattutto dal punto di vista dell'* affidabilità personale, per i funzionari diplomatici.
Non a caso, si ritiene, Giolitti, burocrate quasi idealtipico, nonché uomo nato con Crispi alla pratica di governo, farà risiedere per ben dodici anni, nella sede chiave dell'agonizzante Impero Ottomano, il prefetto Camillo Garroni, fidatissimo ed ottimo regista da palazzo Spinola della composizione dei conflitti sociali genovesi.
In definitiva, sembra di poter affermare che alla base di quanto rilevato sinora esistesse un vero e proprio deficit comunicazionale culturale tra Sinistra e diplomatici, ben espresso dalle due questioni paradigmatiche della politica di adesione alla Triplice e da quella delle mani nette .
In entrambe le occasioni, molte (comprensibili, da un punto di vista ideologico) intemperanze parlamentari della Sinistra nei confronti della propria stessa parte di governo,18) furono ritenute irrazionali e deprecabili dalla totalità dei diplomatici e non solo da quelli, come Blanc, che erano stati appositamente chiamati a gestirle.
Per i due mondi, l'uno dell' idea che modifica la realtà, l'altro per cui la realtà impone le strategie, l'incomunicabilità era, insomma, scontata.
,7) In proposito, non possono non essere ricordate personalità di rilievo del periodo della Sinistra, già funzionari di spicco della Destra e tuttavia, in seguito, di certo allineati con le diretrive del governo, quali Antonio Winspeare, prefetto di Milano, Carlo Guala, David Silvagni, oltre ai direttori generali della pubblica sicurezza, Ferdinando Ramognini e Giuseppe Sensales. Sul punto, si veda, M. CASELLA, Prefetti dell'Italia liberale. Andrea Colenda di Tavani, Giannetto Cavasola, Alessandro Guiccioli, Napoli, ESI, 1996, M. DE NICOLÒ, L'istituto prefettizio nella storiografìa, in ID. (a cura di), ha prefettura di Roma, Bologna, Il Mulino, 1998, pp. 29-31, E. GUSTAPANE, I prefetti dell'unificatone amministrativa nelle biografie dell'archivio di Francesco Crispi, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 1984, 4, N. RANDERAAD, Gli alti funzionari del Ministero dell'Interno durante il periodo 1870-1899, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 1989, 1, P.A. LUCCHETTI, Prefetti e Amministrazione dell'Interno sotto Francesco Crispi, in Instrumenta, 1998, 6.
*9 La conclusione della Triplice alleanza, scatenò vivacissime proteste contro lo stesso Blanc, accusato, tra l'altro, di aver indotto il ministro Mancini a sottoscriverla. Parve subito una contraddizione che Mancini il grande assertore del principio di nazionalità si alleasse con una palese violatrice di quest'ultima come l'Austria-Ungheria, e con un Paese autocratico come la Germania. (...) Benché l'alleanza, rigorosamente segreta, riservasse all'Italia alcuni vantaggi messi più tardi in evidenza dalla maggioranza degli storici, le proteste furono talmente vivaci che Blanc decise di dimettersi da segretario generale. Le dimissioni, furono, poi, ritirate in seguito alle pressioni del governo. Ma alla fine del 1883 ottenne di essere destinato all'Ambasciata di Madrid, E. SERRA, Diplomatici del passato: Alberto Blanc, in Affari esteri, 1992, 96, pp. 844-845.