Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia istituzionale. Secolo XIX
anno
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2000
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Pietro Alberto Lucchetti
del bastone e della carota (con accentuata predilezione del primo rispetto alla seconda).
Nelle tre carriere [diplomatica, consolare e interna ministeriale] si liberarono, durante l'intera gestione Crispi, ben 66 posti, tanto da consentire "un notevole scorrimento verso l'alto sia nella carriera diplomatica che in quella consolare". Corrispose inoltre a questa prima parte della "manovra" una fitta sequenza di promozioni (per limitarsi al personale direttivo delle tre carriere, 53 nel 1888, 43 nel 1889, 25 nel 1890 e 10 nel gennaio 1891.
I rimaneggiamenti non miravano tanto a destinare ai posti chiave funzionari fidati (Crispi non poteva ancora contare su un suo "partito" nell'ambito del Ministero), quanto piuttosto a ringiovanire rarnministrazìone, privilegiando uomini nuovi in sintonia con i tempi. Si avviava così, con mezzi ordinari, un rilevante ricambio generazionale nei vertici di un'amministrazione che si era sino ad allora caratterizzata per il suo tenace conservatorismo .21)
Al ricambio generazionale veniva unita una corrispondente attenzione per l'allargamento della provenienza regionale dei funzionari e per una loro preparazione, selezione e qualificazione più aggiornata (per tutti, si ricorda il profondo segno di rottura culturale, rispetto alla tradizione legalistica dominante, costituito dall'ammissione, per l'accesso ai concorsi, del titolo rilasciato dall'Istituto Cesare Alfieri di Firenze).22)
Tornando però all'esistente, Crispi provvide a ristrutturare l'Amministrazione centrale abolendo
il posto di "direttore generale degli Affari politici e degli Uffici Legislativi", ricoperto da Malvano, che così fu messo a disposizione, e quello di "direttore generale
scelta degli ambasciatori, né ammetto che questi abbiano politica propria", E. SERRA, Diplomatici del passato: Alberto Blatte cit., pp, 848-849.
2l) G. MEUS, Storia dell'amministrazione italiana cit., pp. 167-168.
~J C'è in questa seconda metà dell'Ottocento una forte attenzione al dibattito politico e alla ricaduta che il momento teorico può avere sulla concreta organizzazione dello Stato. (...) in Italia, (...) Alfieri si adopera per far partire a Firenze, ad opera dell'Associazione Italiana di Educazione Liberale, la Scuola di Scienze Sociali che si prefìgge, come compito primo, la trasformazione di una classe dirigente, tale in ultima analisi per privilegio di nascita, in una che lo diventi invece per capacità di giudizio e per acquisizione di competenza scientifica, M.S. PlRETTl, Educare alla politica: il progetto della Scuola di sciente politiche di Bologna, in Clio, 1994, 2, pp. 356-357. Sulla formazione professionale dei funzionari diplomatici, si permetta, con riferimento alla più recente attualità, un rinvio a P. A. LUCCHETTI, Ambasciatori e prefetti: realtà e prospettive diformazione professionale dopo le leggi di riforma Bassa nini, in Rivista trimestrale di Scienza dell'Amministrazione, 1997, 2.