Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <209>
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T. Tittoni presidente del Consiglio ad interim 209
per invito della Corona, il Ministero dimissionario, costituzionalmente re­sponsabile dell'atto che compie, si ripresenta al Parlamento per chiedere un voto non sugli uomini ma sulle cose.
Nulla è mutato nella prospettiva e nell'impostazione di fondo, perché, se come crediamo e desideriamo, questa maggioranza che univa le diverse parti della Camera in un intento comune, sussiste sempre, ed è sempre fedele al suo programma, essa si riaffermerà nelle sue forze più vive e più varie che si riassumeranno nello strenuo duce.
Nel caso opposto, nel caso in cui la discussione facesse emergere una nuova maggioranza e si votasse un nuovo programma, prosegue Tittoni, anche in questo caso la nostra presenza su questo banco, che consideria­mo come l'adempimento di un alto dovere politico, avrà contribuito ad un'opera di sincerità costituzionale .16)
Il dibattito si svolge denso ed intenso nelle tre sedute del 22, 23 e 24 marzo e il mancato o poco accorto esame dei suoi contenuti e degli orienta­menti espressi rappresenta una indubbia lacuna nell'analisi storiografica assor­bita ed appiattita nell'interpretazione dell'incontrastata egemonia giolittiana.
H primo deputato ad intervenire nella discussione è Salvatore Barzilai, che apre con una dichiarazione cortese ma della massima durezza: Forse mai un Ministero si è presentato alla Camera in una forma più disinteressa­ta, più inoffensiva. Definisce i componenti del gabinetto formule costitu­zionali destinate a rendere ancora un servizio alle istituzioni. Dopo alcune battute sarcastiche, torna sulle origini di Tittoni, legate agli onesti e fecon­di traffici della campagna ed illegiadrite fino a diventare una delle mag­giori attrazioni dei ritrovi eleganti della città.
Si dedica, poi, alla rilettura dei precedenti amministrativi del deputato dimissionario, divenuto, superando parecchi funzionari, prefetto e poi più o meno desideroso di dimettersi, creato, a dispetto di parecchie vecchie barbe, ministro degli Esteri. Accantonate per un attimo le critiche su questa fase della vita di Tittoni, gli riconosce qualche titolo, anche se non può ignorare l'incremento di 400 milioni stabilito nelle spese militari e l'irrigidimento filoaustriaco deciso sulla faccenda degli scontri tra studenti ad Innsbruck.
1897. Dopo essere stato prefetto di Perugia (15 maggio 1898-1 settembre 1900), passa a Napoli. Divenuto con l' infornata del 2 dicembre 1902, grazie all'interessamento di Urba-nino Rattazzi, componente della Camera alta, il 3 novembre 1903 è nominato ministro degli Esteti
ATTI PARLAMENTARI, (d'ora in avanti A.P.) Camera dei deputati (d'ora in avanti, Camera), leg. XXII, sess. 1904-1905, Discussioni, voi. II, p. 1604.