Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <212>
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212 Vìncendo G. Pacifici
e, scontrandosi con Suardi e Santini, inneggia allo Stato eretto con la luce della scienza a combattere il dominio del potere spirituale sulle coscienze popolari.27)
Fedele al suo costume caloroso e polemico si mostra Napoleone Co-lajanni. Censore arguto di Fortis, definito sulla scia di Turati, la quintes­senza dell'inerzia sapiente e l'uomo che cerca dormendo di pigliare il più grosso pesce, la presidenza del Ministero, apertamente contrario all'esecu­tivo amministrativo di Tittoni e scettico sulla provvidenziale malattia lamentata da Giolitti, il deputato repubblicano loda l'atteggiamento mode­rato assunto dalla gran parte del gruppo parlamentare socialista contro il movimento inconsulto ed ingiusto dei ferrovieri e lo stesso Enrico Ferri, il più rivoluzionario fra tutti, schieratosi contro tutti quei sindacati, fautori con criminosa leggerezza di scioperi generali e di saggi di dit­tatura proletaria . Che il momento fosse scottante, al limite dell'irreparabile, e che Tittoni con il suo interinato abbia contribuito al superamento della crisi, è confermato dall'appello finale: ciascuno di noi, a qualunque parte appartenga, faccia il suo dovere; e l'opinione pubblica sarà con noi, e sapremo vincere contro i sediziosi, siano essi tra i ferrovieri o tra i profes­sori, o tra i capitalisti.2?)
Parlando a nome del gruppo parlamentare socialista, una quantité négligeable , Bissolati ne rivendica il ruolo di pernio svolto nella discus­sione generale. Esso costituisce la rappresentanza di quelle forze, le quali producono le crisi dal di fuori al di dentro, di quelle forze, con le quali tutti i Governi debbono fare i conti, perché quei Governi, che con queste forze omettono di calcolare, vanno incontro al pericolo di espiare molto grave­mente la loro omissione. Ritornando sugli atteggiamenti assunti nel più recente passato, Bissolati ricorda l'opposizione al gabinetto Giolitti, conside­rato ibrido nella sua composizione ed equivoco nei suoi indirizzi, e confer­mata senza esitazioni anche contro Tittoni. È questa conclude la terza crisi che si fa in seguito a tentativi di offesa alle libertà elementari: abbiamo avuto la crisi Pelloux, poi la crisi Saracco, e ora la crisi attuale. Questo genere di crisi non giova a nessuno. E, in altri termini, una situa­zione di paralisi dei partiti, del Parlamento e, al sommo di tutto, della libertà.29)
In chiusura della discussione generale, interviene Tittoni, il quale si preoccupa di sgomberare il terreno dalla questione pregiudiziale della
27) Mi pp. 1635-1637. a) /, pp. 1638-1641. ~*V, pp. 1641-1644.