Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <215>
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T. Tittoni presidente del Consiglio ad interim 215
successibili . Addebita la responsabilità àdY impasse a Giolitti, fautore della politica della più ampia libertà , praticata, però, senza le debite guarenti­gie, e degenerata negli abusi e nell'imprevidenza. Continuando nell'analisi retrospettiva, Chimirri interpreta le debolezze e le incertezze dell'ultimo Giolitti come il frutto mal riuscito del tentativo di imporre alla Camera una fisionomia ed un carattere contrastanti con il voto a maggioranza liberale conservatrice scaturito dalle urne nel novembre 1904.
Originale si rivela l'indagine compiuta dal deputato calabrese sugli orientamenti ideologici di Tittoni, un perfetto galantuomo , fautore di una politica liberale sincera e sicura, garantita con il rafforzamento dell'autorità dello Stato e dei suoi organi contro gli eccessi (la libertà scaduta nella licenza, l'evoluzione degenerata nella rivoluzione). Sottolineata la linea di demarcazione esistente con l'Estrema Sinistra, Chimirri persiste nell'indi-care in semplici sfumature, in tonalità diverse dalla stessa gamma politica, le differenze esistenti in campo costituzionale, frazionato in dannose chiesuole, in fazioni personali antagoniste. Tra le vivissime approvazioni e applausi a destra ed al centro termina con l'esaltazione del responso dato dal paese nella consultazione politica e con la condanna di ogni altra indicazione di marca gÌolittiana.35>
Il repubblicano Edoardo Pantano sottolinea con favore i temi pratici toccati nell'esposizione da Tittoni, predestinato da lavori e da coordina­menti extraparlamentari ad essere se non il capo, uno dei capi della futura amministrazione. Giudicato il momento critico di transizione fra il vec­chio e il nuovo, causa di un senso generalizzato di irrequietezza e di insofferenza e riprovata come insidia delle tradizioni e del pensiero dello Stato laico l'alleanza ora palese tra conservatori e clericali, propone la restaurazione del prestigio dello Stato e del principio di autorità, basati sulla giustìzia e realizzati con una politica che rispecchi veramente le correnti della vita nazionale e ne integri le energie nel campo morale, politi­co ed economico. Esclude possa essere la svolta realizzata con la pro­spettata combinazione Fortis-Tittoni, definita la fusione di tendenze e di tradizioni così diverse su punti così importanti per la via politica italiana. Dopo avere qualificato, tra applausi vivissimi all'estrema sinistra rumori vivissimi sugli altri banchi, il suo settore custode e vindice della libertà, Pantano considera la maggioranza ancora un'incognita, sorta da una confusa, ecumenica bandiera elettorale né rivoluzione né reazione , imperniata unicamente su un uomo. Chiude, invocando soluzioni nette, perché il paese vuole uscire dall'equivoco .36)
35) Jvi, pp. 1657-1659. *> Ivi, pp. 1659-1662.