Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <216>
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216 Vincenzo G. Pacifici
Giolito, evocato più che invocato più e più volte, è l'ispiratore del­l'* ordine del giorno, presentato ed illustrato dal fedelissimo Ignazio Mar-sengo Bastia. Nel documento, sul quale i deputati si esprimeranno nel voto finale, si stabilisce che: la Camera affermando che si deve continuare l'indirizzo di politica liberale che costituì il programma delle ultime elezioni generali ed ebbe anche sanzione dalla maggioranza di questa assemblea passa all'ordine del giorno .
Marsengo si preoccupa di precisare che per politica liberale deve intendersi la linea approvata dal paese e affermatasi sicura ed imponente in occasione della designazione del radicale storico Giuseppe Marcora alla più alta funzione della Camera.37)
Di maggiore risonanza,38) un preludio al prossimo discorso di inve­stitura, è l'intervento di Fortis, che spiega il compito del gabinetto lìttoni come semplice avviamento alla soluzione della crisi. Respinge le accuse di clericalismo mosse a Tittoni, con il quale condivide il concetto dello Stato laico e della cui famiglia, in primo luogo il padre Vincenzo, ram­menta le benemerenze liberali acquisite nella Roma degli ultimi anni pontifi­ci. Richiama poi l'assemblea alla necessità di risolvere l'essenziale questione ferroviaria, confermando l'avversione agli scioperi nei pubblici servizi. Ritiene immotivata, giudicandola in termini sarcastici, la secessione annun­ziata dal gruppo di ex-zanardelliani, che, guidati da Gallo, hanno dato vita al partito costituzionale democratico.
Si dilunga poi sulla funzione attribuita al ministero Tittoni, cui è affi­dato il compito di provare la natura politica e non personale della maggioranza. Rileva la mancanza di due grandi partiti, pronti a conten­dersi il potere in nome di principi e di programmi diversi, così da evitare il ricorso, in uso da molto tempo , a gabinetti della sinistra costituzionale, irrobustiti da punterelle di destra. Chiude con una dichiarazione sibillina riguardo le cause dell'insuccesso del suo tentativo, sulle quali
è inutile indagare. Io non ho lagnanze da portare alla Camera. Non ho lagnanze contro alcuno, e se le avessi, non le porterei qui. Non sono riuscito a fare il bene, ma per lo meno ho evitato il peggio. E il peggio sarebbe stato che la somma del potere, la quale era affidata ad una forte maggioranza, ad un partito saldamente costituito, senza alcuna ragione politica, senza un fatto politicamente determinante, fosse passata nelle mani dell'Opposizione .39)
3?) hi, pp. 1662-1663.
38> Dalia guerra d'Africa cit, p. 450.
m A.P., Camera, leg. XXII, sess. 1904-1905, Discussioni, voi. II, pp. 1663-1667.