Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <223>
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T. Tìttoni presidente del Consiglio ad interim 223
120 voti di maggioranza ad un Ministero che non esiste, è un voto che non ha un contenuto né di prineipii né di persone. Crediamo che, mai, dal 1848 in poi, si sia avuta un situazione più comica. Un Ministero dimissionario e che solo per questo ha 120 voti di maggioranza, i quali scomparirebbero subito se si presen­tasse sul serio alla Camera. La crisi dura da 19 giorni e il voto odierno non risolve nulla. Anzi la crisi si riapre più acuta di prima: e comincia proprio all'indomani della constatazione di una maggioranza enorme. Sono tutti controsensi che non sembrano veri, ma lo sono .52)
Non possono non far parte della ricostruzione giornalistica di questi giorni tanto delicati per il sistema politico le corrispondenze dell'organo democratico napoletano RomaP) Già la spiegazione offerta il 15 marzo sulle difficoltà incontrate da Fortis e dovute alla volontà di formare un ministe­ro con tre quarti dei ministri dimissionari, i quali si sentono tutti più presi­denti del Consiglio di lui, e perciò sono i primi a combatterlo, è tutt'altro che banale e priva di peso. Ugualmente sensati nell'ottica di una corretta opposizione sono i rilievi avanzati il 18 marzo sulla provvisorietà del ministero, legato all'attuazione del programma giolittiano camaleontico ba­sato sull'equivoco, e sulle responsabilità del presidente, che ha piantato tutto in asso, lasciando ad altri il difficile compito di distrigare la matassa da lui tanto arruffata.
Nei giorni successivi vengono espressi giudizi negativi su Tittorri, uomo imposto dal Quirinale e Fortis, creatura di Giolitti che lo ha scelto per non aver di meglio sotto mano ed è formulato l'auspicio di una bocciatura del Ministero in nome della sincerità politica e pel bene del paese .
A proposito dei vari interregni della lunga età giolittiana la storio­grafia, al di là del giudizio sull'uomo di Dronero, è stata monocorde e compatta.
Il presidente piemontese è stato considerato il dominus esclusivo, il manovratore unico del Parlamento, presentato come incapace di muoversi e quasi di esprimere opinioni. La polverizzazione della Camera, provocata dal deterioramento del sistema maggioritario uninominale, d'un tratto, miracolo­samente, ha trovato, grazie all'accorta ed attenta regia di Giolitti, omoge­neità e coesione con oppositori isolati, senza seguito e principalmente senza peso.
52> Nel 1905 è corrispondente dalla Capitale l'avv. Carlo Alberto Coróna (fjtf, p. 757). 53) Figura come responsabile da Roma Settimio Coen {ivi, p. 758).