Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <229>
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Il Partito Democratico Costituzionale
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esponenti conservatori,8) come Luigi Lodi, direttore de La Vita9) di Roma, aveva osservato, bensì anche a vantaggio di deputati liberal-democratici,1 purché siano date garanzie prevalentemente sul piano religioso.11)
2. Partito Democratico Costituzionale, Estrema Sinistra e Massoneria in alcune realtà locali tra 1906 e 1907
Espressione emblematica del rinnovato clima anticlericale sono le ai-lenze a livello locale tra Estrema Sinistra e liberaldemocratici tra il 1906 e il 1907.12) Circa l'atteggiamento dei democostituzionali emerge un quadro composito lontano da una caratterizzazione laicista e anticlericale tout court si ha il caso in cui il deputato del P.D.C, guida un gruppo locale che si allea
B> Vitale in La Vita, 15 ottobre 1905. Non sono solo, a nostro avviso, i metodi tra­sformisti di Giolitti a segnare la fine di un grande partito conservatore laico e liberale, come ritiene EMILIO GENTILE, L'Italia giolittiana 1899-1915, in Storia d'Italia dall'Unità alla Repubblica, voi. UT, Bologna, Il Mulino, 1990, p. 48 (la ed. L'Italia giolittiana 1899-1915, in Storia dell'Italia contemporanea, diretta da RENZO DE FELICE, Napoli, ESI, 1977); ma anche il peso crescente che vanno acquisendo i cattolici nella vita politica nazionale.
9) Sul quotidiano radicale sacchiano La Vita, nato nell'ottobre 1905, OLGA MAJOLO MOLINAI, La stampa periodica romana dal 1900 al 1926, 2 voli., Roma, Istituto dì studi romani, 1977, voi. II, pp. 829-834; e i cenni in H. ULLRÌCH, La storiografia su Roma giolit­tiana. Bilancio, proposte di ricerca. Con un'appendice di documenti diplomatici francesi inediti relativi all'avvento del Blocco di Natbati nel 1907, in Roma nell'età giolittiana. L'Ammi­nistrazione Natban, Atti del Convegno di Studio, Roma 28-30 maggio 1984, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1986, p. 72.
10) Forse esagerando in senso opposto, un altro giornalista de La Vita, Garzia Casso­la, il 3 agosto 1906, notava che alla Camera i deputati clericaleggiano nereggiano più a sinistra che al centro destra e compongono il grosso della maggioranza ministeriale.
,n Nella maggior parte dei casi i motivi della preferenza sono strettamente religiosi o morali, anche se altri fattori certamente non mancano. F. FONZI, Considerazioni storio­grafiche e metodologiche sul tema Chiesa e movimenti cattolici in Italia fra '800 e '900 . Fede e politica in alcuni momenti significativi, in Rivista di archeologia, storia e costume, a. 1989, fase. IV, ottobre-dicembre, pp. 14 e 19. Come motivo dell'appoggio dei cattolici ai liberali si è considerata, invece, solo la difesa degli interessi di classe della moderna borghesia indu­striale e finanziaria. MARIO G. Rossi, Il movimento cattolico tra Chiesa e Stato, in Storia d'Italia, a cura di GIOVANNI SABBATUCCI e VITTORIO VIDOTTO, voi. IH, Liberalismo e democrazia, Roma-Bari, Laterza, 1995, p. 242.
2) Manca uno studio sistematico sulle elezioni amministrative comunali in questo pe­riodo e sul quadro delle alleanze. Brevi cenni in E. DECLEVA, Anticlericalismo e lotta politica in età giolittiana. II cit., pp. 558-561; e H. ULLRÌCH, La classe politica cit., t. 1, pp. 146-149. Per le province dal 1905 al 1907, VINCENZO G.. PACIFICI, La provìncia nel Regno d'Italia, Roma, GEI, 1995.