Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <236>
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236 Antonio Scornajenghi
l'eredità zanardelliana,4 a rendere il potere giudiziario più autonomo e meno gerarchizzato al suo intemo. Tali questioni di principio suscitano non poche perplessità, per esempio all'interno dello schieramento liberal-democratico. In particolare si guarda con diffidenza all'ipotesi di una magi­stratura indipendente, autogovernantesi ed autodisciplinata al di fuori del controllo degli altri poteri.46) Il disegno di legge Gallo riafferma, comun­que, la dipendenza della magistratura inquirente dal potere esecutivo, tant'è che si è parlato di ambiguità di esso, come anche di quelli dei suoi predecessori (Zanardelli-Cocco Ortu e Ronchetti), poiché da un lato si dichiara la magistratura autonoma, ma dall'altro si vuole il ministro guardasigilli posto in una posizione di preminenza alla testa dell'ordine giudiziario .47>
La politica tributaria del Ministro delle Finanze Massimini, al contrario, non appare in continuità con quella del leader bresciano. Questi aveva tra i suoi obbiettivi una riforma con larghi sgravi,48) anche se nel periodo del suo Governo il consiglio dei ministri bocciò un progetto di questo tipo presen­tato, nel luglio 1901, dal Ministro delle Finanze, lo zanardelliano Leone Wollemborg.49) Quest'ultimo successivamente tornerà più volte sull'argo-
4> Tra i punti fermi del progetto zanardelliano figuravano la dignità e l'indipendenza della Magistratura e una più razionale dislocazione degli uffici giudiziari . M. SAGRESTANI, II fallimento dell'esperimento cit., p. 386. Per valutare il rapporto tra il progetto Gallo, quelli precedenti Zanardelli-Cocco Ortu (1903) e Ronchetti (1905), e le leggi Orlando (1907 e 1908), è utile la breve ricostruzione della storia della riforma giudiziaria fatta da Cimorelii, deputato liberaldemocratico e magistrato di corte d'appello. Ap, Camera dei deputati, Discussioni, Legislatura XXII, tornata del 7 giugno 1907, p. 15688.
ì ALBERTO AQUARONE, L'Italia giolittiana, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 467-468 e pp. 471-472,
47> PIETRO MAROVELLI, L'indipendenza e l'autonomia della magistratura italiana dal 1848 al 1923, presentazione di GIUSEPPE MARANINI, Milano, Giuffrè, 1967, p. 209. Si vedano anche pp. 216-220. Nello stesso senso vedi, tra gli altri, CARLO GUARNIERI, L,'indi­pendenza della magistratura, Padova, Cedam, 1981, pp. 209-211. Si vedano anche CARLO GHISALBERTI, Storia costituzionale d'Italia 1848-1948, Bari, Laterza, 1994 (l3 ed. 1974), pp. 294-295; e anche per un raffronto con la cultura giuridica europea, UMBERTO ALLEGRETTI, Profilo di stona costituzionale italiana. Individualismo e assolutismo nello Stato liberale , Bologna Il Mulino, 1989, pp. 485-496, con relativa bibliografia, pp. 579-613.
**) M. SAGRESTANI, Il fallimento dell'esperimento cit., p. 435.
49) II progetto Wollemborg, presentato ai Consiglio dei ministri il 29 luglio 1901, era fortemente innovatore , anche se troppo ambizioso per le circostanze del momento . A. AQUARONE, L'Italia gìolittiana cit., p. 190. Esso prevedeva: l'abolizione in tutti i comuni del dazio dei consumi più necessari, dell'imposta sulla famiglia e di quella sul valore locativo; l'autonomia tributaria dei comuni mediante una razionale separazione di cespiti fra essi e lo Stato, in particolare delle Imposte sui terreni e sui fabbricati; la riforma della tassa di