Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia amministrativa. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <524>
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Martina Si/ne/i
Anche la delega alle università della scelta dei professori suscitava in molti forti perplessità, soprattutto perché si presentava carica di conseguen­ze sulla costruzione di un corpo docente compiutamente nazionale che tanto aveva impegnato la classe dirigente liberale nel tentativo di sprovincia­lizzarlo optando concorso nazionale.43) Quell'atteggiamento di sfiducia verso la capacità di autogoverno delle università finiva col tradursi in una profon­da autocritica se è vero che erano soprattutto i docenti a sostenere che come affermava Cesare Lombroso in una lettera aperta all''Opimone delegare il reclutamento alle facoltà avrebbe significato far trionfare me­diocri e nepotisti.44) Come Graziadio Ascoli che in un intervista rilasciata al Corriere della Sera nel dicembre del 1883 affermava che il sistema di nomina per chiamata diretta previsto da Baccelli avrebbe finito col favorire gli insegnanti di quel luogo ove là Università o l'Istituto superiore esiste e si sarebbero nominfati] dopo di loro figlioli e parenti.45)
Proprio l'influenza di alcuni professori collegati fra di loro, più o meno apertamente contro gli altri induceva il giurista milanese Cado Francesco Gabba in uno dei cinque articoli che dedicò alla riforma, comparsi a cavallo tra il marzo e l'aprile 1883 sulla Perseveranza a dirsi certo che la cooptatio avrebbe trasformato le facoltà in clicche a danno della scienza, della dignità loro, e di una parte, maggiore o minore dei loro stessi componenti e che unicamente lo stato avrebbe potuto e dovuto difen­dere gli interessi di tutti.46)
4. Nell'orientare in direzione statalista l'opinione pubblica nazionale giocò anche lo scontro tra Stato e Chiesa. Il pericolo che con l'autonomia le porte delle università venissero spalancate all'ingerenza della Chiesa, com­promettendo irrimediabilmente gli sforzi con cui al momento dell'Unità si era scelto di optare per una soluzione statalista con il preciso obiettivo di tenerle immuni, era il secondo motivo di contrarietà alla riforma accanto alla questione del regionalismo. E la possibilità prevista dal disegno di legge che persone o enti che avessero contribuito a finanziare in modo cospicuo
ft'M. MORETTI - L PORCI ANI, // rechi lamento accademico in Italiai Uno sguardo retrospet­tivo, in Annali di storia delle università italiane, Bologna, CLUEB, 1997, pp. 11-39.
**) Ancora sulle critiche al progetto Baccelli, in L'Opinione, 22 dicembre 1882.
* DM conversazioni sulla riforma universitaria, in // Corriere della Sera, 5-6 dicembre 1883.
**) C.F. G-ABBA, // nuovo disegno di legge intorno alla istruzione superióre in Italia, in Lui Perseveranza, 16, 29 marzo, 10, 21 aprile e 1 maggio 1883. Raccolti poi con Io stesso titolo ne: // nuovo disegno di legge intorno all'istruzjone superiore in Itiffla, Considerazioni del prof. Gabba, Pisa, 1883,