Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia amministrativa. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <527>
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La riforma Baccelli 527
superiore, rimasto a lungo in secondo piano rispetto a quello professionale. La costruzione di un' università/scienza era uno degli obiettivi primari della riforma. In questo senso per Baccelli primo della lunga serie di professori d'università a portare avanti l'attività di ricerca anche in seguito all'assunzione dell'incarico ministeriale il riferimento alla Deutsche Wissen-schaft era parte integrante della riorganizzazione del sistema accademico, in quanto prototipo della separazione di ruoli tra Stato e università in materia d'istruzione.
Il riferimento alla scienza tedesca aveva in sé una precisa valenza ideo­logica, tanto più forte in un momento in cui l'Italia era impegnata a riscat­tarsi su un fronte duplice, interno e internazionale, dallo smacco ricevuto con l'occupazione francese di Tunisi. Essa infatti simboleggiava quel nesso tra cultura universitaria e grandezza politica che aveva condotto la Prussia alla vittoria di Sédan e alla nascita di una nazione unificata dal punto di vista culturale prima ancora che politico.52)
Per questa ragione era tanto importante tenere presente il sistema te­desco, se non addirittura rivendicarne la paternità con la retorica del mito dell'università medievale che, mentre faceva discendere l'organizzazione della scienza tedesca dal periodo comunale, conferiva all'Italia il primato nel­l'organizzazione della sfera più alta del sapere.53) Quel modello, per usare le parole di Federico Chabod, era tutt'uno con la trasformazione del ruolo
5Q Per Baccelli, la costruzione di una comune identità culturale non passava solo per l'università. L'opera di individuazione e valorizzazione di luoghi e spazi di una comune memoria nazionale, come il restàuro del Pantheon o la creazione di un grande parco archeo logico nella zona del Foro romano, come pure l'istituzione della Gallerìa d'Arte Moderna, del­l'Istituto Storico Italiano, la Biblioteca Vallicelliana e il Policlinico Umberto I, partecipavano a un unico ambizioso disegno di nazionalizzazione degli italiani. La poliedricità di Baccelli, apparsa evidente ad uno storico della cultura italiana come Federico Chabod che al clinico romano ha dedicato alcune delle brillanti pagine della Storia della politica estera italiana, meriterebbe di essere ricostruita da uno studio biografico che ripercorra nell'insieme i diversi ambiti che lo videro impegnato lungo la sua carriera politica e ministeriale. L'unica vera e propria biografica su Baccelli risale all'anno della sua scomparsa. G. GORRINI, Guido Baccelli. La vita, l'opera e il pensiero, Torino, 1916. Si segnalano inoltre ad opera del figlio A. BACCELLI, Guido Bacculti, Milano, 1936 e la voce redatta da M. Crespi per il Dizionario biografico degli Italiani, voi. 5, 1963, pp. 13-16.
5 Il discorso sull'università medievale innalzata al ruolo di madre di tutte le università era centrale nella relazione introduttiva al disegno di legge. Riguardo all'idea che imitare i tedeschi significasse, in realtà, riprendere il filo di una antica tradizione italica, Baccelli si espresse nel modo più efficace nel 1876, quando affermava: le università tedesche furono copiate alla lettera dalle università germaniche, e del tipo italiano [...] divennero gli ectipì. Gk, AP, CD, Discussioni, 16 maggio 1876, p, 770.