Rassegna storica del Risorgimento

STATO ; MANIFESTO
anno <2000>   pagina <580>
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Marco Gìomini
persistenza sulla scena socio-politica ostacola il libero e completo estrinse­carsi delle potenzialità del Terzo stato medesimo.7) La nazione rivoluzionaria così come concepita da Sieyès costituisce un prìus necessario rispetto allo Stato, il quale nasce quindi limitato, come una macchina consapevol­mente costruita per svolgere le funzioni delegategli dai consociati.8) La identificazione di un'entità nazionale unitaria, cui Sieyès contribuisce in maniera determinante, produce dunque, come sua conseguenza evidente, là distinzione, tutta liberale, tra gouvernants et gouvernés tra Stato e società civile.
Il Terzo stato, osservato sotto l'aspetto della sua unità nazionale, è un corpo di associati che vivono sotto una legge comune e sono rappre­sentati dalla stessa legislatura.9) Ciò che dunque emerge in primo piano è l'elemento unitario della nazione, entità fondata sul criterio dell'inclusione. Tale criterio diviene norma generale che si sostituisce, stravolgendo una prospettiva vecchia di secoli e fino al momento vigente, al criterio opposto, quello dell'esclusione, basato, a sua volta, sul meccanismo del privilegio. Eliminato il privilegio, al particolarismo clerico-nobiliare si sostituisce il comunitarismo egualitario che trova la sua espressione prima e più evidente nella legge, nella legge comune, emanazione diretta del legislatore. Ecco che al dato sociale della comunità si affianca l'elemento istituzionale della rap­presentanza parlamentare, canalizzatore e trasformatore degli interessi della base borghese in interessi politici.
considerati i contadini, gli operai ed artigiani, i commercianti, le professioni liberali, ma anche i produttori di servizi pubblici quali le attività di insegnamento, di amministrazione e di governo, dal momento che per Sieyès; la politica è'jJOB. solo una professione, ma anche una funzione specializzata insopprimibile. Osserviamo che l'abate considera attività produtti­ve gli stessi "servizi domestici che in genere vengono disprezzati". Vale la pena di ricordare inoltre che questo criterio di esclusione fondato sul non-lavoro sarà ripreso da Marx, il quale si sforzerà di mostrare che i "capitalisti" non lavorano. Così come Jaurès riprendendo il modello del Teny Stato cercherà di presentare il proletariato se non come nazione compieta almeno ed in prospettiva come "classe un i versale". P. PASQUINO, // concetto di rappresefaua e i fondamenti del diritto pubblico della rivoluzione; E.-J, Sieyès, in AA.W., L'eredità della rivoluzione francese, a cura di F. Furet, Bari, 1989, p. 308.
*) Chi dunque oserebbe dire che il Terzo stato non ha in sé tutto ciò che occorre per formare una nazione completa? Esso è un uomo: fòrte e robusto con un braccio ancora incatenato. Se si eliminasse l'ordine privilegiato, la nazione non sarebbe qualcosa di meno, ma qualcosa di più. Che cos'è dunque il Terzo stato? Tutto, ma un tutto ostacolato e oppresso. Che cosa sarebbe senza l'ordine privilegiato? Tutto, ma un tutto libero e fiorente. Niente può andare senza di lui; tutto andrebbe infinitamente meglio senza gli altri . E.-J. SIEYÈS, Che em'è II Terzo staici' cit pp. 126-127*
)M. BARBERJS, / limiti del poterei il contributo francese ck., p. 221.
Ei-J, SIEYÈS, Che cos'i il Ten statai eie, p. 128.