Rassegna storica del Risorgimento

STATO ; MANIFESTO
anno <2000>   pagina <582>
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Marco Giomìni
privilegio.12) Retaggi dell'evo passato restavano nella società francese in via di rapida transizione, restavano aree sparse di privilegio (lo stesso Sieyès lo dimostra esplicitamente), ma, nel momento stesso in cui egli ne scriveva, essi andavano considerati ed osservati da una visuale radicalmente nuova: quella dell'esclusione dal comune terreno, dal comune patrimonio della nazione.13)
Il privilegio viene equiparato all'eccezione opposta alla legge: esso deve essere, dunque, raro in rapporto al grande corpo dei cittadini. Dalla elirninazione o comunque dall'estrema circoscrizione del privilegio scaturiscono, naturali, un ordine ed una legge comuni, cui compito è quello di regolare una collettività finalmente di uguali.14)
La lunga ricognizione che Sieyès elabora in riferimento alla condizione ed al ruolo dei Terzo stato si può idealmente dividere in due parti. La prima è quella in cui come si è visto l'abate compie un'operazione che potremmo definire negativa, nel corso della quale egli osserva la frattura tra borghesi anima del Terzo stato e forze conservatrici (clero e nobiltà) e ne esamina la ragione, individuandola nella presenza dei pia volte citati privilegi, ostacolo posto tra la Francia e la modernità. Pila­stro della nuova Francia rivoluzionaria e rivoluzionata deve essere la classe borghese che si fa nazione, dal cui seno in nóme di un generale princi-
i2> Da sottolineare a questo punto è la concezione che Sieyès ha dei diritti politici, più volte citati nel suo scrìtto. Essa è tutta racchiusa in questo pensiero dell'abate: [...] il Terzo stato non ha avuto fino ad ora dei veri rappresentanti agli Stati generali. 1 suoi diritti politici quindi sono nulli. Ivi, p. 136. L'ottica di Sieyès è dunque quella di circoscrivere il concetto dei diritti politici alla possibilità offerta al corpo nazionale dì eleggere i propri deputati da inviare alla rappresentanza parlamentare. L'impianto borghese del pensiero dell'abate è qui lampante: ad una amplissima sfera individuale privata corrispondeva una assai limitata sfera individuale pubblica, identificata esclusivamente (o quasi) con l'esercizio del diritto di voto.
m Scrive Sieyès: Ogni privilegio, non lo si ripeterà mai troppo, è contrario al diritto comune; dunque tutti i privilegiati, senza distinzione, formano una classe diversa e opposta al Terzo stato. It>it p. 134. Più oltre l'abate prosegue: Abbiamo già spiegato che, per fate effettivamente parte del Terzo, non bisognava godere di nessuna specie di privilegio . Ancora oltre risulta essete assai interessante quanto segue: Che idea, distinguere gli ordini nell'interesse dei primi due e a sfavore del Terzo, e confonderli non appena ciò è ancora utile ai primi due e dannoso per la nazione!. Ivi, pp. 139-140. AI di là del contenuto, ciò che sembra essere importante in questi estratti è la distinzione terminologica che Sieyès fa tra i primi due stati ed il terzo: i primi due non vengono qualificati in alcun modo, il terzo viene nuovamente e consapevolmente identificato con la nazione.
,4> Afferma Sieyès: Se vogliamo ora arrivare alla stessa soluzione, esaminando altri principi altrettanto incontestabili, consideriamo che i privilegiati sono in rapporto al grande corpo dei cittadini quello che le eccezioni sono in rapporto alla legge. Ogni società deve essere retta da leggi comuni e sottoposta a un ordine comune. Se vi ammettete delle eccezioni, almeno devono essere rare . Ivi, p. 150.