Rassegna storica del Risorgimento

STATO ; MANIFESTO
anno <2000>   pagina <588>
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Marco Gìomini
dei rappresentati; essa non è dunque assolutamente libera ma, al contrario, può operare fin quando essa corrisponda alla volontà della comunità nazio­nale che ha dato ad essi mandato rappresentativo.29) Neil'Assemblea, quindi, non si possono trattare se non argomenti di interesse generale. L'unico interesse dei deputati, dice Sieyès, deve essere l'interesse generale. Conseguenza: i due ordini privilegiati non portano nell'Assemblea l'interesse generale, ma l'interesse particolare e individuale.30)
Ma perché tale principio rappresentativo possa avere una sua effettività è necessario, secondo Sieyès, che venga recepito in una Costituzione politi­ca. Essa costituirebbe il prìus logico per l'attribuzione di poteri rappresenta­tivi e limitati, generalmente definiti di governo . La Costituzione che una nazione si dà (e che solo una nazione può darsi) svolge, a ben vedere, una duplice funzione di garanzia, che si esplica in due opposte direzioni. Ri­spetto al pubblico potere governativo la Costituzione attribuisce sfere di competenza; rispetto alla nazione la Costituzione opera nel senso di limitare gli àmbiti ed i margini di azione del pubblico potere, al fine di assicurare ai membri della cittadinanza il libero esercizio dei loro interessi privati. È questa anche se Sieyès non ne fa espressa menzione la formulazione del cosiddetto principio di legalità, pilastro dei futuri Stati ottocenteschi di stampo liberale. In base a tale principio si Sarebbe proceduto alla limitazione del potere pubblico statale, di quel male necessario (impiegando l'espres­sione utilizzata dai teorici liberali del XIX secolo), creato al fine di sottrarre alla massa dei cittadini l'esercizio della forza, il quale sarebbe stato poi affidato in via esclusiva proprio allo Stato.
Sieyès, come detto, non parla mai, nel suo scritto, di principio di le­galità ma affermava comunque a riprova della sua presenza nella società culturale francese che a questa necessità di organizzare il corpo del governo, se si vuole che esista e che agisca, si deve aggiungere Tinte-resse della nazione a che il potere pubblico delegato non possa mai recare danno ai suoi committenti. Di qui le molteplici precauzioni politiche che si intrecciano alla Costituzione, e che sono altrettanto regole essenziali al governo, senza le quali l'esercizio del potere diventerebbe illegale. Si intende
29 Afferma Sieyès; La terza epoca si distingue dalla seconda in quanto non è più la reale volontà comune che agisce, ma una volontà comune rappresentativa. Due sono i suoi caratteri indelebili, lo ripeto accora una volta; 1) Nel corpo rappresentativo questa volontà non è piena e illimitata; è soltanto una parte della grande volontà comune nazionale. 2) I delegati non la esercitano come un diritto proprio, ma è un diritto che appartiene ad altri; la volontà comune e in loro soltanto per mandato. //'/, p. 178.
*0 Fi- CHAHOD, Alle orìgini della rivoluzione francese, a cura di P. Borrelli, Firenze, 1990, p. 236.