Rassegna storica del Risorgimento

STATO ; MANIFESTO
anno <2000>   pagina <599>
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va non riverberarsi sull'andamento dei depositi, esasperavano la prospettiva dei po­chi e grandi affari, a cominciare dall'acquisto di una nuova possibile sede a piazza Sciarra che poi sarebbe diventata definitiva, e vanificavano di massima le possibilità d'alternativa, se non nei senso di rivolgersi al mercato estero sulla fida piazza di Pa­rigi, in una strategia che continuava tuttavia a non sfuggire al controllo di un ristret­tissimo gruppo dirigente.
Porta Pia determina a Roma, fra le mille altre cose, un'invasione bancaria in gran parte effimera, ma che poneva brutalmente il problema della concorrenza, e, per la Banca Nazionale, quello di una presenza ingombrante ed ormai ineludibile, a non parlare, l'abbiamo accennato, del Banco di Roma, che viene fuori peraltro da un nucleo in cui la Cassa poteva ancora ampiamente riconoscersi.
Il boom finanziario dei primissimi anni, quello demografico ormai crescente ed inarrestabilej le easse postali di Sella, lo Stato banchiere di Luzzatti, il gran parlare, se non altro, di previdenza e di socialità, tutto convergeva ad imporre alla Cassa quanto meno una correzione di tiro, un allargamento d'orizzonte: ed essa cercò di adeguar­visi, prima incrementando fortemente i titoli, poi concentrandosi su azioni ed obbli­gazioni di società romane, il 29 del portafoglio nel 1888 rispetto al 17 a cui si erano ridotti i titoli, e quindi un coinvolgimento obiettivo e massimo nella febbre edilizia , sia pure attraverso il filtro consueto dell'aristocrazia dissestata ed indebolita (Maffeo Sciarra con la sua parabola politica ed imprenditoriale ne è l'esempio più eclatante) ma che manteneva sempre un ruolo di gran rilievo nel campo fondiario, che diveniva ora anche quello delle aree fabbricabili.
Il 1888 è l'anno della citata legge Crispi-Grimaldi-Magliani che chiude il discor­so o, se non altro, gli impone una svolta decisiva, con l'indicare tassativamente le modalità d'impiego dei depositi, con la normativa di massima sugli statuti, con le pe­riodiche ispezioni ministeriali, a tutela dell'interesse pubblico , una formula che alla Cassa romana, non a caso riluttante e recalcitrante fino all'ultimo, doveva appari­re poco meno che sovversiva.
E tuttavia questa legge, dice e conclude benissimo l'A., proprio in nome dell'autonomia delle casse, si proponeva di sottrarle all'ingerenza degli interessi pri­vati degli enti o dei soci fondatori : il circolo della caccia, che era, ed è, a palazzo Borghese, avrebbe dovuto prenderne atto una volta per sempre.
RAFFAELE COLAPIETRA
La nuova Italia nelle corrispondente americane di j essi e Whìte Mario (t 866*1906), a cura di Ivo BJAGJANTJ; Firenze, Centro Editoriale Toscano, 1999, in 8, pp. 423. L. 45.000.
Il volume raccoglie cinquantuno dei centoquarantaquattro articoli che dal 1866 al 1906 Jessic White scrive per il settimanale newyorkese The Nation, una rivista di