Rassegna storica del Risorgimento

STATO ; MANIFESTO
anno <2000>   pagina <609>
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Libri e periodici
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nelle elezioni politiche del 1890 appariva invece come il sintomo di un cedimento non soltanto in relazione alla questione romana. Ritengo che la prospettiva di tale assorbimento di cattolici nella Destra storica risvegliasse nella direzione della Chiesa dolorosi ricordi degli anni del dilaceramento e raffreddasse i propositi di conciliazio­ne. Le trattative si arenarono quindi nello stesso 1891, come poi nel 1896; e verso la fine del secolo prevalse un moderatismo chiuso nella difesa di una cittadella liberale escludente rossi e neri tanto fra coloro che appoggiarono il blocco di Rudini-Zanardelli quanto in coloro che seguirono LI Centro-Destra di Sonnino.
Si potrebbe forse aggiungere, con una considerazione personale non so quanto condivisa da Carusi, che quasi naturalmente sarebbe stato un uomo della Sinistra li-beraldemocratica, Giovanni Giolitti, a trarre utili insegnamenti dal fallimento dei due tentativi del Rudinì, che possono essere considerati da un lato tardivi e dall'altro prematuri. Riprendendo con metodi più aperti e moderni, ma sempre ispirati a prin­cipi di laicità e di libertà, il cammino di Depretis interrotto nel 1887, Giolitti, che si trovò di fronte ad una situazione diversa da quella dell'Ottocento e ad un nuovo Pontefice, realista come lui, seppe stabilire con il mondo cattolico un modus vivendi o conciliazione silenziosa che prolungò per qualche tempo la vita dell'Italia liberale an­che senza quella contrapposizione di due grandi partiti entrambi liberali che, soprat­tutto dopo il 1912, era ormai difficilmente realizzabile.
FAUSTO FON ZI
// giardino della memoria. 1 busti dei Grandi Italiani al Pincio, a cura di ALESSANDRO CREMONA, SABINA GNISCI, ALESSANDRA PONENTE; Roma, Artemide Edizioni, 1999, in 4, pp. 234, con foto b/n. L. 30.000.
Nel corso dell'Ottocento si assiste all'affermarsi di un genere nuovo all'in­terno della storia della progettazione degli spazi architettonici urbani: i giardini pub­blici. È infatti del tutto particolare la connotazione che si dà a questi luoghi che vo­gliono essere non solo degli spazi verdi aperti alla collettività cittadina, ma spesso diventano anche, come recita il titolo di questo studio, dei giardini della memoria , popolandosi di sculture (busti o statue) commemorative dei grandi personaggi della storia passata e recente. Uno di questi giardini della memoria è rappresentato dal parco del Pincio di Roma che tra il XIX e il XX secolo diventò oggetto di una mi­rata politica di arredo scultoreo riconducibile all'interno di un gusto ben più diffuso per la statuaria di arredo urbano dell'Italia postunitaria.
I vari studi che compongono il volume, basati principalmente su di un attento esame delle fono dell'Archivio Storico Capitolino, ci permettono di focalizzare l'at­tenzione sulla genesi di questo tema architettonico/scultoreo che rientra nell'ambito di una nuova definizione iconografica degli spazi urbani la quale, come afferma nel­l'introduzione Paola Pavan, ci consente via via di esplorare temi, percorsi, ripensa­menti del programma di pedagogia nazionale e cittadina .