Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
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2001
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Franco Della Perula
Poco dopo aver ricevuto le notizie relative all'insurrezione milanese del 18-22 marzo e all'inizio della guerra per l'indipendenza Verdi lasciò la capitale francese per recarsi a Milano, dove giunse ai primi d'aprile. E del 21 di quel mese è la nota lettera inviata a Piave, che è opportuno riprodurre nei suoi brani salienti, che ci danno una testimonianza dello stato d'animo di Verdi in quelle settimane e delle sue momentanee inclinazioni per una soluzione repubblicana della questione italiana.
Figurati s'io voleva restare a Parigi sentendo una rivoluzione a Milano. Sono di là partito immediatamente sentita la notizia, ma io non ho potuto vedere che queste stupende barricate. Onore a questi prodi! Onore a tutta l'Italia che in questo momento è veramente grande! L'ora è suonata, siine pur persuaso, della sua liberazione. È il popolo che la vuole: e quando il popolo vuole non avvi potere assoluto che le possa resistere.
Potranno fare, potranno brigare finché vorranno quelli che vogliono essere a viva forza necessari ma non riesciranno a defraudare i diritti del popolo. S3 sì ancora pochi anni forse pochi mesi e l'Italia sarà libera, una, repubblicana. Cosa dovrebbe essere?
Tu mi parli di musica!! Cosa ti passa in capo? ... Tu credi che io voglia ora occuparmi di note, di suoni? ... Non c'è né ci deve essere che una musica grata alli orecchi delli Italiani del 1848. La musica del cannone! ... Bravo mio Piave, bravi tutti veneziani bandite ogni idea municipale doniamoci tutti una mano fraterna e l'Italia diventerà ancora la prima nazione del mondo! .2)
E le speranze nutrite allora da Verdi nell'avvento di una repubblica trovano conferma in una lettera della sua compagna, Giuseppina Strepponi, la quale all'inizio del giugno, esprimendo un'opinione condivisa dal musicista, si doleva che gli italiani del Lombardo-Veneto, dimentichi dei sacrifìci costati per rovesciare il trono austriaco, fossero pronti a innalzare un nuovo trono per Cado Alberto (che, osservava, non ha antecedenti molto favorevoli per poter sperare una Costituzione libera, ed osservarla scrupolosamente), e che il Governo provvisorio lombardo non rifuggisse dai raggiri per assicurare il trionfo del monarca sabaudo.29)
Nella cornice delle speranze e delle passioni quarantottesche si inquadra l'episodio dell'accompagnamento musicale composto da Verdi nell'ottobre 1848 per un inno di Goffredo Mameli. Verso la fine di maggio
2) ARNALDO BONAVENTURA, Una lettera di Giuseppe Verdi finora non pubblicata (Milano, 21 aprile 1H4H) Firenze, Gonnelti, 1948, pp. 14-16.
w) Lettera della Strepponi a Pietro Romani, ricordata in O. MULA, Giuseppe Verdi eie, p. 89, e utilizzata anche nell'articolo di LUCA FONTANA, Viva Verdi! Ma ce lo mentiamo? apparso nel Diario del l-7 dicembre 2000.