Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <17>
immagine non disponibile

Verdi e il Risorgimento 17
miele i voti del plebiscito emiliano; e approfittò di quel viaggio per recarsi subito dopo a far visita a Cavour (allora privo di responsabilità di governo) nella sua tenuta di Leri. Questo primo incontro con lo statista piemontese suscitò un'ammirata impressione nell'animo del maestro, che qualche giorno dopo gli scrisse chiamandolo il Prometeo della nostra nazionalità e padre della patria .47)
Il 1860 ripagò in parte Verdi delle angustie suscitate in lui dalla delu­dente conclusione della guerra del 1859. Come tanti altri italiani egli si entusiasmò infatti per le imprese dei garibaldini e di Garibaldi, da lui giudi­cato un uomo veramente da inginocchiarglisi davanti48) e dal quale sperava, dopo l'incontro di Teano, un'iniziativa che portasse alla liberazione di tutta l'Italia, incluse Venezia e Roma, l'unico evento che avrebbe potuto indurlo a musicare un inno nazionale.49) E per la realizzazione di questo fine avrebbe desiderato, come il 6 dicembre scriveva a Cesare De Sancris (un negoziante che in quel periodo era una sorta di portavoce di Verdi a Napoli), che nel Mezzogiorno ci fossero un po' più d'ordine e di calma (di quell'ordine e calma dell'Italia centrale dell'anno passato e che ha tanto giovato alla nostra causa) .5)
H 1861 costituì un altro momento di rilievo nella biografia politica verdiana. Alla fine del 1860 Cavour, tornato alla presidenza del Consiglio, aveva deciso di indire le elezioni per la formazione del primo Parlamento nazionale; e il nome di Verdi era stato ventilato per una candidatura nel collegio di Borgo San Donnino (l'odierna Fidenza), di cui faceva parte Busseto. Verdi, decisamente restio a ricoprire cariche pubbliche, oppose inizialmente un fermo rifiuto; ma questa determinazione si incrinò quando il musicista ricevette una lettera scrittagli il 10 gennaio 1861 da Cavour il quale, nell'invitarlo a Torino per un colloquio, lo sollecitava ad accettare la candidatura per contribuire ad allontanare il rischio che nella nuova Camera prevalessero le opinioni superlative, le idee avventate, i propositi rivolu-
4TJ Ivi, pp. 582-583. Va ricordato anche che Vetdi si adoperò nell'ottobre 1859 per l'acquisto di fucili per la Guardia nazionale di Busseto (iv/t pp. 583-586).
**> Lettera ad Angelo Mariani del 27 maggio 1860, in Carteggi verdiani', a cura di Ales­sandro Lussiti, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1935, voi. 2, p. 204. E v. anche la lettera allo stesso corrispondente del 2 ottobre 1860 (ibidem).
4?) Lettera ad Antonio Capccelatro di fine ottobre 1860 (/w, voi. 1, p. 74). Val la pe­na di ricordare che un nipote di Verdi, Pietro Scaglioni, fu tra i volontari garibaldini partiti nel giugno 1860 con la spedizione Corte alla volta della Sicilia e catturati in mare da una fregata borbonica; e sull'interessamento del musicista per la sòrte del suo parente v. ANGE­LO OTTOUNI, Volontari garibaldini catturati dai Borboni e una lettera inedita di G. Verdi, in Rassegna storica del Risorgimento, aprile-giugno 1910, pp. 316 sgg.
*) Carteggi verdiani eie, voi. 1, p. 74,