Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
anno
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2001
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pagina
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23
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Verdi e il "Risorgimento 23
Neppure la caduta della Destra storica, càia la rivoluzione parlamentare del 1876, e l'ascesa al potere della Sinistra modificarono l'intonazione critica delle valutazioni formulate da Verdi sulla vita politica italiana. Grosse vanità e poche teste era il suo giudizio ricorrente sui ministeri di De-pretis, la cui riforma elettorale del 1882, che allargava il suffragio politico, fu da lui disapprovata;71) anche se poi mostrava di temere un eventuale ritorno della Destra che, scriveva, sarebbe stata uno scorno per rutti .72) Il musicista finiva così per accomunare in un giudizio di condanna rutti Ì governanti, i signori della capitale , quale che fosse il loro colore politico, così che la sua unica speranza finiva per essere lo stellone d'Italia.73) E in una confidenza epistolare all'Arrivabene del maggio 1881 così chiariva il suo ideale dell'uomo di governo: Io non parlo di Rossi, di Bianchi, di Nero... Poco mi importa la forma, il colore. Guardo la storia, e leggo grandi fatti, grandi delitti, grandi virtù nei governi dei re, dei preti, delle repubbliche!... Poco m'importa, ripeto; ma quello che domando si è che quelli che reggono la cosa pubblica sieno cittadini di grande ingegno e di specchiata onestà.141) Verdi avrebbe inoltre desiderato una condotta più autonoma ed energica nelle relazioni internazionali, che rendesse possibile agli italiani camminare senza essere appoggiati al braccio dell'uno o dell'altro , anche se tra francesi e tedeschi preferiva i primi, nonostante lo schiaffo dato all'Italia nel 1881 con l'occupazione della Tunisia.75) E quanto alla Germania continuò a riaffermare i suoi timori per la volontà di potenza di quello Stato, prendendo le distanze dalle correnti filogermaniche forti in quel periodo nella vita politica e culrurale italiana. Poi cosa volete che vi dica, scriveva il 19 settembre 1883 a C. Maffei questa smania, questa tendenza, questo engouement per tutto ciò che va, che viene, e che è tedesco, mi ripugna in modo che non saprei dire.76)
7,J A. Luzio, Garibaldi, Cavour, Verdi cit, p. 339 e A. ALBERTI, Verdi intimo cit., p. 294 (lettera del 23 dicembre 1881). E un altro impietoso giudizio sulla Sinistra lo si trova in una letteci a O. Arrivabene del 27 maggio 1881: Ho un triste presentimento sul nostro avvenire. I Sinistri distruggeranno l'Italia (A. LuziO, Garibaldi, Cavour, Verdi cit., p. 340).
**9 Lettera a O. Arrivabene del 19 marzo 1878, in A. ALBERTI, Verdi intimo cit., p. 210.
73> Lettere a O. Arrivabene del 19 marzo e 14 ottobre 1878 (ivi, pp. 210 e 221). V. anche quel che scriveva alla contessa Maffei il 27 ottobre dello stesso anno: Che tempi!... Dove andremo a finire? Io non ho paura delle burrasche, ma mi spaventano i timonieri e la ciurma, quando non hanno cognizioni, né fermezza, ne pratica (A. L0ZIO, // carteggio di Giuseppe Verdi con la contessa Maffei cit, p. 543).
74> Lettera del 27 maggio 1881, iv/ p. 340.
?J Lettera a O. Arrivabene del 27 maggio 1881, in / copialettere cit,, pp. 607-608.
76) A, LOZIO, // carteggio di Giuseppe Verdi con la contessa Maffei eie, pp. 548-549.