Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <29>
immagine non disponibile

Domenico Mauro
29
dall'aristocrazia, quanto dai ceti popolari, dagli artigiani, dai contadini, dagli stessi "lazzaroni" .1*)
Al fondo di tali idee si intravedeva la comune matrice rousseauiana contro i ricchi, fatta già propria dal piemontese Carlo Bianco di Saint-Jorìoz, neogiacobino e buonarrotiano, che nel suo Della guerra nazionale d'insurrezione per bande, applicata all'Italia aveva espresso la condanna moralistica delle ricchezze, le quali inducevano a disconoscere le vere virtù e, ingenerando un falso concetto dell'onore confuso con il lusso, facilitava­no la condizione di servitù in cui era tenuto il popolo; e rousseauiana appariva anche l'idealizzazione del mondo contadino, degli abitanti delle campagne fortificati dal contatto con la natura e liberi dai bisogni raffinati e artificiali >i?
Nel maggio del 1846, poiché il Mauro continuava a tramare, fu seve­ramente avvertito e minacciato di carcerazione, se non avesse cambiato tenore di vita; ma, persistendo nella sua azione rivoluzionaria, ai primi di ottobre del 1847 fu nuovamente arrestato e rinchiuso in un sotterraneo di Castel deU'Ovo, dopo che l'ennesimo fallimento di un moto nelle Calabrie lo indicò quale ispiratore e dopo che lo si scoprì autore di un proclama clandestino dal suggestivo tìtolo di Le Guerrillas calabresi al popolo delle Due Sicilie,13) rinvenuto in molte province nell'agosto del 1847. Fu rimesso in libertà all'inizio del periodo costituzionale (1848), ma, fermato continuamen­te dalla polizia, ebbe poca libertà di movimento e di azione è, tuttavia, riusci a fondare una scuola privata che divenne un focolaio di liberalismo, dirigendo un nutrito gruppo di giovani provinciali, che studiavano e lavora­vano,14) ai quali il Mauro parlava ardito e forte15) e appariva un idolo per il suo impegno eroico nelle vicende politiche e sociali del tempo.16)
ii) Ivi, p. 30. W Jpit p. 32.
l, GAETANO CINGARI, Romanticismo e democrazia nel Mezzogiorno, Napoli, ESI, 1965, p. 74.
,4> Tra i quali Michele Bello, Vincenzo Pachila, Gerolamo De Rada, Giacinto Albini.
IS> F. DE SÀNCTIS, La scuola cit., p. 94.
io) Fra le quali l'aspra lotta tra i proprietari e i contadini attorno alle terre demaniali: La "fame di terra" dei contadini era secolare così come>1contrasti che opponevano le popolazioni rurali ai proprietari; ma l'una e gli altri si erano acuiti col sorgere della borghesia agraria. D'altra parte, il problema non era solo quello di ottenere la divisione della parte dei demani posseduti dai comuni, ma anche l'altro di rivendicare l'esercizio degli usi civici sulle difese, e perciò interessava decine di migliaia di contadini e braccianti, i quali erano sollecitati ad agire da elementi della piccola borghesia e chiedevano e si scontravano coi