Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <31>
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Domenico Mauro
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viario .22) Intanto il comportamento è le idee da lui professate gli procura­vano l'accusa di comunismo da parte di Carlo Poerio, in quanto le sue massime sovvertitrici erano espressione di quell'ala del movimento democratico che aveva accentrato le proprie simpatie verso il popolo e che, mentre manifestava una profonda sfiducia nei "proprietari" si appellava al popolo come forza rivoluzionaria ,) cosa che contribuiva a fomentare i tumulti demaniali in Calabria.
Dopo il 15 maggio andò a Cosenza ed entrò nel Comitato di salute pubblica (governo provvisorio) di quella città, dove riprese a diffondere le idee di socialismo che rendevano tutto comune.24) In verità il suo giaco­binismo romantico, spingendolo agli eccessi, lo esponeva ai vari giudizi di estremista arrabbiato o di democratico comunista o di socialista rivoluzionario, perché, restando fedele ai suoi ideali, continuava a esortare il popolo contro i proprietari usurpatori e contro i proprietari moderati. Ma la tanto attesa esplosione contadina non ci fu, in quanto le province cala­bresi risposero scarsamente all'incitamento dei capi, ed anche perché regna­vano confusione e scandali, riflesso della scarsa penetrazione delle decisio­ni dei capi nell'opinione pubblica, diretta qui da esponenti moderati più che da capi democratici.2) La breve insurrezione del 30 maggio, infatti, fu presto domata, col disastro di Campotenese: un suo fratello minore cadde colle armi in mano, un altro fu tratto in carcere ove languì lunghi anni; egli potè a stento scampare mercé l'aiuto di alcuni fidi, e andare in esilio26) nelle Isole Ionie (Corni), di li ad Atene, a Malta, e infine a Roma (maggio 1849), in difesa della Repubblica Romana; ma qui nel novembre la polizia romana gli notificò l'ordine di espulsione: partito da Civitavecchia per Marsiglia il 25 di quel mese, assieme ai due Musolino, a Nicotera, a Lepia-ne, a Miceli e a Mele, si fermò a Genova e, ottenuto il permesso di risiede­re negli Stati sardi, cominciò la difficile ed oscura vita dell'emigrato .27)
A Genova il Mauro restò fino all'agosto del 1853, vivendo di stenti e contraendo debiti. Qui scrisse il saggici 'Vittorio "Emanuele e Mastini) nel quale espresse le amare delusioni per la mancata rivoluzione: Dei demo­cratici estremi della rivoluzione quarantottesca meridionale il Mauro è il
2?) M p- 103.
a?) i p. 108,
w) ivi, p, 122.
25>/iVp. 127*
29 F. DE SANCTIS, La scuota cìt., p. 94.
> G. ClNCARi, Komantiàsmo ck., p. 141.