Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <35>
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Domenico Mauro 35
momento della formazione del nuovo Stato .39) 11 Mauro, estremista per la logica stessa della sua formazione politico-culturale, cioè per la sua perse­verante fedeltà ai miti nazional-popolari degli anni giovanili, conduceva quel contrasto alle conseguenze più radicali e si collocava, nel quadro della battaglia politica postunitaria, tra gli oppositori più rigorosi del nuovo corso. Il vizio ch'egli combatteva era quello d'origine, era la sovrapposizione del momento autoritario dello Stato a quello romantico della rigenerazione popolare, e per ciò avversava gli atti della Destra, ma altresì le posizioni intermedie, pur di origine democratica, dirette ad ottenere il meno peggio. Ragioni concrete, soprattutto in relazione agli effetti negativi della forma­zione del nuovo Stato sulla costituzione politica della società meridionale, S'innestavano via via nel primitivo concetto, ma non v'è dubbio che per lui l'opposizione muoveva dai convincimento che la nuova costruzione era nata deforme perché non fondata sul popolo, ma sulla forza della consorteria.4
Dopo le delusioni del 1859 Domenico Mauro partecipò alla Spedizione dei Mille, combatté a Calatafimi, a Milazzo, distinguendosi in particolare nella battaglia di Agrifoglio. Nel dicembre del 1860 quel colosso dall'occhio grande ed eloquente, dalla barba e dai capelli lunghi, fu accolto trionfalmen­te dalla popolazione di Frascineto (Cosenza). H suo peso politico in questa vicenda, tuttavia, fu scarso; concluso, infatti, il moto, ritornò agli studi e nelle elezioni del 1861 il posto che aveva occupato nel 1848 fu preso da Giovanni Mosciaro. Dopo, mentre ciascuno domandava il premio della vittoria, in mezzo a tante cupidigie ed a tanta gara d'impieghi, dov'è Dome­nico Mauro? È sparito: è tornato alla sua solitudine.41)
Se l'impresa dei Mille aveva riacceso negli irriducibili democratici la speranza dell'alternativa democratico-repubblicana e se il plebiscito prima e la luogotenenza dopo ne segnarono il definitivo fallimento, pure l'attesa di una democrazia radicale sostenne ancora il Mauro fino alla morte. Epperò il successo della soluzione moderata e monarchica fu da lui avvertito come tradimento della rivoluzione, donde il suo abbandono della vita politica e l'isolamento in cui si chiuse nei primi anni del nuovo Regno; abbandono e isolamento verso i quali fu spinto anche dalle perduranti soprattutto nel Mezzogiorno - - critiche e polemiche sui metodi mazziniani; dal fallimento
*> M p. 178,
* H p> 179.
41) jjf. )E SÀNCTIS, La stuoia cit., p. 95: II suo posto fu nel pericolo, non nell'ora delle ricompense. Compiuta la rivoluzione, come uomo che non avesse a far altro, si ritirò dal mondò, e questo si ritirò da lui .