Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
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2001
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Dionisio Morlacco
dell'apparato organizzativo democratico; dalla ormai diffusa accettazione tea i democratici della preminenza accordata alla collaborazione col governo e al consolidamento dello Stato; dalle oscillazioni e contraddizioni e dalle reiterate dichiarazioni di fede monarchica del Nizzardo, che disorientavano i democratici, i quali, anche quando non approvavano la sua azione, vedevano in lui il simbolo del partito e si sentivano obbligati a sostenerlo.42) In questa situazione il ritomo allo studio tu l'antidoto per sfuggire alle conseguenze pratiche del fallimento del suo ideale politico43) e per stemperare l'amarezza del fallimento di Aspromonte, dopo il quale sembrò ai democratici che il tempo delle rivoluzioni era finito.
A tanto fervore patrio si ispirava anche la sua passione letteraria, fertile di molti scritti in prosa e in poesia,44) pubblicati su riviste e giornali, e di vari inediti. Tra le opere edite, notevole per i suoi tempi si rivelò quella in tre parti intitolata Concetto e forma della Divina Commedia (Napoli, 1862), che dimostrò il suo valore di studioso della letteratura, in cui cercò di sviscerare sopratutto l'allegoria dell'immortale poema e per questo lavoro riscosse lode anche dai critici stranieri.45) La prima parte dell'opera era già stata pubblicata nel 1840, sempre a Napoli, con altro titolo. Furono, però, le Poesie vane (Napoli, 1862-64), di contenuto filosofico e patriottico, a far conoscere il suo temperamento vivacissimo e indisciplinato. Tra i poeti e narratori calabresi il Mauro fu quello che ebbe più vitalità ed immaginazione di tutti.46) La sua opera più significativa resta la novella in versi Errico (Zurigo, 1845; Napoli, 1869), l'ultimo fiore della letteratura calabre-
A. SCIROCCO, I democratici cit, p. 210.
43J G. CINGARJ, Romanticismo cit, p. 182.
**) Aveva scritto tre poemi, uno de* quali in dieci canti ritraeva la Calabria al tempo dell'occupazione francese. Al '48 dovette fuggire e lasciò le carte presso un suo amico, il quale, un giorno che fu visitato dai gendarmi, atterrito, le bruciò (F. DB SANCTIS, ha scuola cit., p. 85).
* TKUJSFO.RO SARTI, // Parlamento subalpino e nazionale. Profili biografici di tutti i deputati i senatori eletti e creati dal 1848 al 1890, Terni, Tip. dell'Industria, 1890.
**> F. DB SANCTIS, La scuola cit Giudizi diversi espressero invece LUIGI SETTEMBRINI, in Ricordante della mia vita, a cura di A. Ornodeo voi. 1, Bari, 1934, p. 211 : Scrittore di rabbuffate poesie e di versi ventosi, Tutto orgoglio e vanti e minacce, e VITTORIO IMHRIANI (a cura di), Alessandro Pomo a Veneiat Napoli, 1884, p. 474, n. 309: La pretendeva anche a scrittore, a dantista, a poeta, a filosofo; ed ha stampato parecchia robaccia, che a dirla pessima, le si fi un onore immeritato. Giudizi questi venati, probabilmente, da contrasti politici. Plausi ed apprezzamenti vennero al Mauro da Bai sano, Pad u la. Cantò, Tommaseo, oltre che da Victor Hugo.