Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <37>
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Domenico Mauro
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se , nato sul vero e sul vivo ,47) a tinte cupe e truci, che, senza dubbio, è l'esito più singolare del byronismo esasperato che improntò di sé il roman­ticismo meridionale e specialmente calabrese.
Pochi anni dopo riprese l'impegno politico e, visto che non potevano essere i moti ad accendere la rivoluzione, pur restando fedele all'ideale che il popolo doveva essere alla base di ogni azione politica nonostante si fosse ripetutamente constatato che il popolo era inerte, politicamente imma­turo e che, come aveva già scritto, nel 1846, Giacomo Durando che il popolo non può intendere queste astrattezze di unità e di concentrazione nazionale,48) e come più tardi scrisse Bettino Ricasoli a Mordini, non si sveglia che a subitanei slanci e a scopo di troppo rapido entusiasmo , cominciò a sperare nella rivoluzione del re, convinto che la rivoluzione nel Veneto non poteva essere che monarchica, del resto lo stesso Mazzini aveva scritto a Bertani che l'Italia poteva salvarsi con la questione veneta, colla guerra all'Austria... Convincete il re o chi volete di due cose: ch'egli non ha da temere proclamazioni repubblicane nel Veneto; e che siete decisi all'impresa.49) A questa speranza Mauro era stato aperto dai contrasti e dalle divisioni esistenti tra i democratici, soprattutto mazziniani e seguaci di Garibaldi, divisioni che negli anni 1862-63 avevano allargato il distacco tra le due correnti del Partito d'Azione: quella legalitaria (Crispi, Mordini, Lazzaro, ecc.), in cui si identificava la Sinistra parlamentare, e quella rivolu­zionaria, fautrice dell'iniziativa popolare, che riuniva i mazziniani. Significa­tivo del clima di confusione e di disaccordo che regnava tra i democratici fu l'episodio delle dimissioni dei deputati democratici, richieste (La Porta, Bertani) dopo il voto del 1 dicembre 1863, col quale si approvava la politica del governo: ma si dimisero solo una ventina di deputati, tra i quali Nicotera, Bertani, Garibaldi, Cairoli.
Sul concetto del popolo sovrano, dell'idea di Roma capitale, del­l'entusiasmo rivoluzionario, che andava esprimendo sulla stampa con vari articoli elettorali, il Mauro impostò il suo programma politico, col quale fu presentato candidato nel collegio di Lucerà alle elezioni del 22 ottobre 1865 per la IX Legislatura. E questa volta ottenne i consensi degli elettori, dive-
F. DE SANCITO, La scuola cit, p. 96: Il motivo drammatico dell'Emi è una ven­detta calabrese, vendetta contro l'adulterio e poi contro il creduto uccisore del figlio di Errico, temperata da grande generosità di carattere, annerita dalla feròcia de' briganti e raddolcita all'ultimo da quella donna tradita che perdona l'adultera, e la perdona perché Dio si mostri pietoso verso suo figlio., il quale ella sente dover abbandonare fra breve .
4) F. DELLA PERUTA, Macini cit, p. 435.
*) A- SCIROCCO, 7 democratici cit, p. 264.