Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <2001>   pagina <43>
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Domenico Mauro
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folla di piccoli proprietari interessati alla conservazione dello Stato italia­no.70) Il ministro delle Finanze Ferrara il 14 maggio presentò alla Camera il relativo progetto, ma, poiché in esso l'operazione proposta per i beni ecclesiastici appariva poco convincente , tale che lasciava quasi intatta la potenza della Chiesa, ne nacque una violenta reazione. Il Diritto del 18 maggio osservò che praticamente i beni sarebbero tornati al clero e che sarebbe stata elusa la legge 7 luglio 1866, e, con gli altri organi dell'oppo­sizione, cominciò una campagna di stampa per il rigetto della proposta.71) Per tutto ciò e per la dura opposizione in aula il ministro Ferrara si dimise e il dicastero fu assunto ad interim da Rattazzi, il quale, volendo ad ogni costo evitare una crisi ministeriale, con un brusco voltafaccia sul progetto Ferrara , dichiarò che il governo accettava come base della discussione sui beni ecclesiastici il progetto della commissione, il che rappresentava il trionfo della Sinistra 72)
Ripresa poi la discussione sui beni ecclesiastici col progetto Ferraris, fatto proprio dal governo e difeso fortemente dalla Sinistra, nel corso del dibattito venne a inserirsi (13 luglio) un'interpellanza dell'on. Giuseppe Fer­rari sui vescovi nominati nel marzo in seguito a trattative tra il governo Ricasoli e la Curia romana; l'interpellanza aprì un acceso dibattito che si chiuse (15 luglio) con un ordine del giorno Mancini che sbarrava il passo ad ogni concessione alla Chiesa, e così la legge dell'asse ecclesiastico perde­va il carattere strettamente finanziario che aveva cercato di darle il governo per assumere un netto valore politico .73)
Approvata dalla Camera e dal Senato, la legge per la liquidazione del­l'asse ecclesiastico venne infine promulgata il 15 agosto 1867. Essa preve­deva che i beni immobili delle corporazioni religiose soppresse fossero "amministrati ed alienati daU'amministrazione demaniale sotto la immediata sorveglianza di una commissione istituita per ogni provincia del regno" e stabiliva le norme per la formazione delle commissioni, la divisione dei beni in piccoli lotti e la loro vendita all'asta.74) Si chiudeva così una lunga e difficile vicenda, la sola, forse, alla quale Domenico Mauro dedicò il suo impegno.
"*") A. SCIROCCO, / democratici dfc-, pp. 382 e 377-378. Secondo Giuseppe Garibaldi il patrimonio ecclesiastico doveva essere consacrato al progresso intellettuale, morale e materiale del popolo a sollievo della pubblica fortuna (//, p. 369).
À lui, p. 384.
Ivi* p. 385.
*Q Ivi, p. 317,
" Iti, p. 387.