Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <48>
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Viviana Bravi
Passetto politico del Paese. Diciottenne non esitò ad arruolarsi per portare a compimento l'Unità d'Italia, Unità ancor oggi troppe volte discussa ed avvenuta nonostante le divisioni tra le correnti risorgimentali e l'ostilità se non l'indifferenza delle popolazioni coinvolte negli avvenimenti narrati.
PRIMA PARTE: LA CAMPAGNA DEL 1866
Avevo solo diciotto anni quando quella sera a Bologna decisi di par­tire volontario garibaldino. Così esordisce nelle sue memorie Valentino Stoppa, che giovanissimo non esitò ad arruolarsi nelle camicie rosse, preso come dice lui da una febbre frenetica, da un unico desiderio, volermi fare garibaldino a tutti i costi. Nel maggio 1866 mi trovavo a Bologna ad apprendere il mestiere da sarto, quando un sabato sera, ricevuta la paga, mi recai al teatro Brunetti ad assistere all'opera Faust di Gounod. Volgeva la fine del terzo atto, quando da lontano giungevano le grida di "evviva Gari­baldi, evviva l'Italia". Anche l'orchestra ad un tratto, in mezzo al delirio di tutti, si mise a suonare l'inno garibaldino, io cantai e gridai con gli altri e pensare che sortivo dalla cattiva educazione dei preti. Sebbene fosse l'ima di notte, la città era in festa, esultante, al Caffè del Corso gridavamo all'ari­stocrazia: Guerra all'Austria, abbasso i preti, vogliamo l'Unità d'Italia! La popolazione e la gente dai balconi e dalle finestre accoglieva i dimostranti unendosi al coro degli evviva.
Dopo una notte insonne, incontrai alcuni miei concittadini e, poiché la decisione era presa, andai con loro al comitato per passare la visita ed arruolarmi. Fui assegnato alla seconda spedizione. Tra grida di evviva e lanci di fiori, partimmo per Bari, sempre al suono dell'inno garibaldino intonato dalla banda. Pieno di nobili ideali, Valentino ricorda che dai balconi si gridava anche viva la guerra e annoterà bella parola, allora, trattandosi di liberare la patria dalla tirannia, parola infame ora che l'Italia se ne serve per calpestare dei popoli che hanno diritto, come noi, alla libertà e indipen­denza e nel manoscritto troviamo aggiunta la parola Libia.
1 diavoli garibaldini in Puglia
Con ancora negli orecchi gli evviva delle patriottiche popolazioni del­l'Emilia, i volontari giunsero in Puglia per un periodo di addestramento, ma trovarono un clima completamente diverso. Quelle terre, annesse al Regno soltanto sei anni prima, non amano gli Italiani . Arrivati a Foggia non più saluti dalla popolazione, ma diffidenza. Si trovò da mangiare in sporche stamberghe del paese, cibo fritto con olio, che puzzava maledettamente. A Bari fummo ricevuti dalla polizia, dai carabinieri, come fossimo in arresto, ci