Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno
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2001
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pagina
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49
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Valentino Stoppa oarìbaldino
condussero in un ex-convento tenuto malamente ed abbastanza sporco. Si doveva dormire su paglia bagnata. Non ero capace di adattarmi alla ritirata, per la repulsione al comando dei superiori (si trattava d'ufficiali dell'esercito regio, mentre i volontari erano per lo più di tendenza mazziniana e spesso refrattari alla disciplina militare) e per non dormire in quel convento tanto umido e puzzolente. Così dopo la ritirata io ed altri amici dormivamo sulla gradinata della chiesa che guardava il mare. Come era bello al mattino del giugno vedere spuntare il sole dal mare! .
Giunti a Molfetta fummo ricevuti da sola musica e autorità, un prete e nessun altro. Ci dissero che la popolazione era contraria alla nostra venuta, che le donne non ci volevano ritenendoci indemoniati. Il giorno prima vi era stata una sommossa. Per acquietare le donne la domenica ci fecero schierare in piazza con la fronte alla porta della chiesa [...] e comparve un prete. Le trombe suonarono l'attenti e come un sol uomo si fece il "fas armi" (fascio d'armi, coi fucili messi in modo tale che potessero stare in piedi da soli, appoggiandosi l'uno all'altro) senza ordini e partimmo tutti. La messa incominciò e finì ai fucili (!). Messi in ordine nel cortile della caserma, ascoltammo una romanzina del Maggiore, al quale fu risposto che non eravamo venuti per ascoltare messe e certe discipline si fossero applicate alle truppe regolari, non a noi liberi volontari, sì gridò abbasso i preti e i mangiapagnotte . Mangiapagnotte erano chiamati i soldati del regio esercito, aborriti dai garibaldini, cioè coloro che, come diceva Garibaldi, hanno sacrificato sull'altare del ventre ogni sentimento onesto. Tutta la campagna del 1866 sarà costellata da rivalità fra le due categorie di combattenti ed anche questa volta brillerà di fronte all'ignavia degli ufficiali savoiardi il coraggio virtuoso dei garibaldini, quel coraggio sempre considerato dall'eroe come la dote maggiore del combattente. A questa milizia di studenti, artigiani ed operai male armati, mal nutriti e vestiti in modo sommario il suo comandante trasmise la risoluta volontà di combattere fino in fondo e di eseguire i suoi ordini incondizionatamente. Il talento strategico di Garibaldi, unito alla fiducia e fedeltà che le camicie rosse avevano in lui, permise a questo esercito di popolo di vincere anche in situazioni di notevole inferiorità.
Se la disciplina lasciava alquanto a desiderare, l'abilità dei volontari era notevole nelle manovre, tant'è vero che il generale Corte si meravigliò come in pochi giorni sapessimo eseguire una manovra di battaglione meglio che i soldati dell'esercito .
Finalmente vennero i vestiti, camicie, mutande, calzoni e scarpe del Governo e le Camicie Rosse dono delle Signore Italiane. Così equipaggiati e con fucili vecchi, avanzi delle guerre del 1859-60, arrugginiti e che funzionavano male, il I Battaglione era in ordine pel teatro della guerra. Io appartenni alla seconda compagnia e non eravamo che quattro di Lugo .