Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Garibaldini. Secolo XIX
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2001
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Valentino Stoppa garibaldino
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mento: volevamo Trento o tornare a casa. Il capitano Tringalli, uomo impulsivo e mal visto da tutti, fu colpito da una scarica di scarpe e dovette ruggire via, perché una mattina i volontari non volevano andare ad una manovra. Il generale Nicotera fu sommerso da fischi ed imprecazioni: falso repubblicano, venduto alla monarchia, mangiapagnotte .
Nicotera, già fervente mazziniano, divenne poi moderato e sostenitore della monarchia e fu più volte ministro.
Dopo una sosta di qualche giorno a Calcinato i nostri raggiunsero la vicina Brescia, poi Milano, congedati finalmente! Una visita alla bella città, al Duomo, al Cenacolo, una capatina alla Trattoria dell'Agnello per un succoso e meritato pranzetto, poi di corsa alla stazione.
ha delusione
Alla stazione di Milano Valentino non fu accolto, come alla partenza, dai soliti festeggiamenti, bandierine, evviva, fiori, ma da vagoni per bestie e per giunta sporchi.
Stesso trattamento ebbe a Lugo. I nostri concittadini rimasti a casa ci racconta non ebbero una parola di elogio per quel po' che avevamo fatto, ma ci guardavano in cagnesco, eravamo visti di malocchio dalla polizia e dall'autorità. A casa ritrovai la mia buona sorella, almeno una persona cara pensava a me. Dopo pochi giorni partii per Bologna e nuovamente al mio lavoro. E pensare che seicento giovani lughesi erano partiti per liberare ITtalia, chi nell'esercito di leva, chi volontario.
SECONDA PARTE: LA CAMPAGNA NELL'AGRO ROMANO -1867
Quell'unico desiderio
L'anno seguente Valentino ci racconta giurò Roma o morte, in una pubblica adunanza a Bologna diretta dall'aw. Ceneri, tra Filopanti e Carducci. Non potevo essere indifferente a quanto accadeva, così ancora una volta emerge in lui quella febbre frenetica, quell'unico desiderio, volersi fare garibaldino a tutti i costi , che lo spingerà a seguire il suo eroe in questa nuova impresa nell'Agro romano.
Ero a Milano a perfezionarmi nel lavoro così inizia il secondo diario quando, in seguito all'arresto di Garibaldi a Sinalunga (24 settembre 1867), scoppiarono tafferugli e rivolte di patrioti. Intervenne la cavalleria, i bersaglieri con la baionetta in canna, la polizzaglia ed i carabinieri incaricati di disperdere i dimostranti. Si gridava alla cavalleria: Ma bravi, così dovevate fare contro i tedeschi a Custoza, invece di scappare e giù