Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <54>
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Viviana Bravi
fischi ed evviva Garibaldi! Furono arrestati Bizzoni e Cavallotti, portati in carcere contornati da tanta forza come fossero due de* peggiori assassi­ni. Continuai a leggere nel Gazzettino Rosa e nel Seco/o le notizie che le bande nel territorio romano si formavano attendendo un appello del nostro duce, ma Garibaldi era sorvegliato da tante navi da guerra a Caprera .
Ai primi di ottobre, al Caffè Biffi in Galleria, Valentino prenderà ac­cordi con i patrioti per partire nuovamente. E così fu nel giro di pochi giorni. Ricorda quell'incontro: vidi ad un tavolo del caffè Biffi Cavallotti ed altri patrioti, mi avvicinai e dissi a Cavallotti che avevo da parlargli, "Parla pure mi rispose siamo tutti amici". Ed io pronto: sono stato garibaldino, vorrei notizie, per essere pronto a partire appena ne avremo invito dal nostro duce. Mi fecero sedere al loro tavolino, mi raccontarono delle difficoltà dell'impresa e mi consigliarono di andare da un certo avvoca­to Semenza. Stoppa fu ricevuto dal Semenza, ma giudicato troppo gio­vane. Solo dopo la campagna seppe che l'avvocato faceva parte del comita­to segreto di Roma e che stava organizzando il tentativo insurrezionale dei fratelli Cairoli, conclusosi col fallimento di Villa Glori. Se avete denaro concluse l'avvocato potreste partire per Terni onde ingrossare le colonne di volontari che si stanno organizzando .
1 compagni di sartoria, saputa la decisione di Valentino, lo elogiarono e si impegnarono a terminare i suoi lavori e a fornirgli il denaro in anticipo.
Raggiunto il comitato a Bologna, Quirico Filopanri gli disse: Non abbiamo più un soldo, fa quello che puoi. Braccato dalla polizia, che im­pediva la partenza a chi era sospettato di essere un volontario, fu arrestato e rimpatriato. Fuggiasco, a piedi anche lungo i binari o con mezzi di fortuna, talvolta viaggiando su tratti di ferrovia secondaria, riuscì ad eludere la sor­veglianza e ad arrivare a Firenze senza troppi intoppi.
Da Firenze a Monterotondo
Andai solo al comitato e trovai una gran confusione. Francesco Cri-spi adirato contro Rattazzi, ministro dell'Interno, vociava forte e tutti gli facevano coro. Solo Benedetto Cairoli con quel suo viso bonario e calmo mi chiese che desideravo e sentita la mia richiesta mi disse che il comitato sì trovava nell'impossibilità di fare nuovi arruolamenti e se volevo raggiun­gere gli insorti cercassi di partire dalla stazione S. Croce per evitare noie dalla polizia, mentre si udiva Crispi che diceva se volete andare andate ma noi non abbiamo fondi per nessuno. Alla stazione di Pontassieve, pochi chilometri fuori Firenze, mi accorsi scrive Valentino che non c'era più rigore di sorveglianza per gli insorti che partivano per l'Agro Romano. Senza rinnovare il biglietto si continuava il viaggio per Terni .