Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Garibaldini. Secolo XIX
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2001
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Viviana Bravi
4.000 poco più. Avevamo, invece di uno, tre nemici da combattere: il governo, I preti, il partito mazziniano .
ha battaglia di Mentana: il conte Giulio Bolis ferito a morte
La partenza fu mesta, anzi addolorata. Il primo alt lo facemmo in vista di un paesello. "È Mentana" ci disse il conte Bolis. Si compone di una sola strada, giace in una concavità e la copre una collinetta a sinistra, quella dei pagliai (ora vi è il monumento). Vedemmo giungere Garibaldi che di galoppo correva a mettersi in testa de suoi volontari. Gridammo tutti: "O Roma o morte! Viva Garibaldi!7' . Il colonnello Cantoni di Forlì, rivoltosi al conte Bolis, chiese: Dove sono i lughesi della nostra compagnia volante, della nostra colonna che si è fatta tanto onore a Monterotondo? . Bolis rimase in un glaciale silenzio. "Si fugge davanti all'inemico?". Il conte livido di dolore abbassò la testa. Farina Francesco uscì dai ranghi e rispose: "Colonnello, i nostri compagni sono partiti per ordine del partito mazziniano". Davanti al nemico, replicò Cantoni, non vi sono partiti, né idee politiche, non esiste che il dovere. Chi fugge è un vile! Spronò il cavallo e si mise in testa alla colonna e fu tra i primi a cadere in combattimento. Era molto amato da Garibaldi, che gli dedicò un suo scritto: Cantoni il volontario.
Passato il paese, dopo un chilometro iniziarono per Valentino ed i suoi i primi aspri scontri. Dalle alture gli zuavi con tutta la legione straniera, circa 8.000 uomini, scaricavano le loro carabine sull'intera colonna, uccidendo senza che noi riavuti dalla sorpresa avessimo il tempo di riattaccare. Alberto Mario corre per impartire l'ordine di sciogliere le righe e sparpagliati rispondere al nemico e cacciarlo, ma, ahimé!, mentre eseguivamo l'ordine, una palla colpisce al petto il nostro Giulio Bolis, che stramazza ai miei piedi. Stoppa, con l'aiuto di tre compagni, lo trasportò al sicuro, sotto una grandinata di proiettili. Garibaldi non potè fare altro che battersi la fronte ed esclamare: povero Giulio. Ne parlerà poi nelle sue memorie. Bolis fu portato nella Chiesa Maggiore del paese, visitato dal dottor Bertani, grande patriota e medico insigne, ed assistito dalla signora Jessie White Mario. Rimasero con lui Farina Francesco ed il conte Sindaci, suo affezionato amico.
Lasciato il nostro Giulio in buone mani, io e Bosi uscivamo mentre passava il tenente Settignani di Ravenna mio amico al quale chiesi di unirmi a loro e insieme ci gettammo nella mischia dei pagliai, che il quel momento ferveva con accanimento terribile. Garibaldi giungeva fra noi: bastò la sua presenza perché compatti ci gettassimo con tale furia sulTinemico che questi si diede ad una precipitosa fuga, ancora uno sforzo e la vittoria era nostra .