Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <61>
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Valentino Stoppa garibaldino 61
Mentre gridavamo Vittoria Vittoria, vediamo arrivare una massa nera, che in distanza si riconoscevano dai calzoni rossi, i francesi, che venivano a difendere il papa re. Iniziarono una scarica di fucileria terribile e cannonate insistenti: una moschetteria diabolica, sempre rinnovata, sul terreno morti e feriti a centinaia scrive Stoppa. Erano i famosi fucili Cbassepots, armi di nuovo tipo, da poco in dotazione all'esercito francese. Fu un'ora terribile: attaccati dalle truppe francesi, dotate d'artiglieria, e dalle pontificie appena riavute dalla sconfitta, dovette indietreggiare la prima fronte. La prima linea ricalcitrava sulla seconda, cosa che produsse una confusione inenarrabile: le colonne rovesciavansi sulle colonne, il campo nostro pareva avviluppato in un turbine; chi gridava, chi combatteva, chi fuggiva; tutti comandavano, nessuno ubbidiva. Una palla di Chassepots colpì il mio compagno Francesco Bosi, ferendolo mortalmente. Aveva solo diciotto anni; il suo corpo non fu più ritrovato e pertanto tempo dopo fu dichiarato ufficialmente disperso.
Fine di un sogno
Da questo disordine e per mancanza di munizioni ci fu forza ritirarci su Mentana. Da solo, con la testa sconvolta dagli avvenimenti, mi vedo ad un tratto scorto da due soldati francesi che puntano contro di me le lucide carabine. Mi gettai a capofitto in una scarpata e mi sentii passare sulla testa il fischio delle due palle. Arrivato sulla strada Valentino vide Menotti Garibaldi che spingeva avanti i riottosi. Arriva Garibaldi trasfigurato, bello nel suo dolore, nel vedere la sconfitta sprona il cavallo gridando: "Avanti, venite a morire con me". L'uomo era solenne come il momento, il capitano Nicotera si getta sul cavallo, lo volta e grida: "Generale, per amore della patria, dovete vivere" e spinse il cavallo verso Monterotondo . Visto Gari­baldi in salvo, i volontari si sbandarono per la strada del paese. I francesi avevano accerchiato Mentana e se avessero voluto, con 10 cannoni e in 10 oli mila fra francesi e soldati del papa che erano, avrebbero potuto di­struggere non solo Mentana, ma tutti i garibaldini rinchiusivi.
La notte del 3 novembre, stellata ed azzurra, per noi era notte tre­menda, il soffio del vento portava il gemito dei nostri feriti, ben pochi ci riuscì poterli soccorrere. Il ricordo del povero Bolis agonizzante, di Bosi che si dibatteva fra la vita e la morte, tutto l'orrore della guerra, il giudizio che l'Italia avrebbe dato di noi, le nostre famiglie che forse ci piangevano morti, i vili che stando a casa ci calunniassero, produceva tale una ridda nel mio cervello che mi dette lo spasimo della notte tremenda.
All'apparire dell'alba del giorno 4 i francesi avanzavano lentamente per chiuderci entro il paese. I garibaldini asserragliati nel castello, circa 900, si arresero e poterono raggiungere il confine italiano, quelli che si trovavano nelle case del paese, come il nostro Stoppa, furono invece fatti prigionieri.