Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <62>
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Viviana Bravi
L'episodio di Mentana segnò la fine del Risorgimento come azione ri­voluzionaria di eroiche minoranze e allo stesso tempo Fuso dei fucili a retrocarica e a tiro rapido segnò la fine della tattica garibaldina dell'assalto alla baionetta. Con questa battaglia fini anche quella parte di Risorgimento romantico cantato dai poeti e sognato dai patrioti.
Ultimo saluto a Giulio Bolis
Prima di partire, Valentino volle andare alla chiesa per salutare il conte Bolis. Lo trovò pallido e terreo e lo informò della sconfitta. Entrò un uffi­ciale francese che, viste le decorazioni sul gilet, esclamò: Come? Lei nobile cavaliere si è immischiato con queste canaglie ribelli?. Il povero Giulio, con uno sforzo, rispose: Come? Voi straniero venite a combattere per una causa non vostra e non giusta?. L'ufficiale raccolse la carabina del conte, dicendo: Questa la terrò per ricordo di un prode garibaldino! . Io fui cacciato fuori dalla chiesa e il povero Giulio spirò senza un lamento .
In marcia verso Roma, ma sconfitti
Senza maltrattamenti iniziò per i prigionieri incolonnati per quattro la marcia verso Roma, ripercorrendo i luoghi della battaglia. Rividi dove fu ferito Bolis, passando osservammo i morti ancora insepolti. In ultimo ve­demmo i primi della nostra avanguardia, era una grande pozzanghera di carne pesta. Al nostro raccapriccio, i francesi ci dissero che tutti Ì soldati del papa avevano puntato le baionette in quei cadaveri per mostrare, al loro ritorno a Roma, che avevano ucciso tanti garibaldini. Vigliaccheria più grande non vi può essere.
In seguito il generale De Failly lesse un proclama secondo il quale i garibaldini sarebbero stati trattati da prigionieri di guerra e non da banditi. Affamati ed assetati, giunsero nella capitale verso sera. Strada facendo fu­rono derisi da seminaristi vestiti di tutte le fogge e colori che esclamavano: "Vedete che facce, volevano Roma!" e villani e borghesi ci beffeggiavano.
Giunti a Castel Sant'Angelo, i garibaldini furono perquisiti e, trovati dei mozziconi di candele, furono gettati con violenza in faccia a loro: per­ché dicevano questi sgherri del papa che avevamo spogliato gli altari .
Evidentemente si fa riferimento alle profanazioni avvenute nelle chiese di Monterotondo: immagini sacre e arredi distrutti, furto del diadema e delle gioie della Vergine del Diluvio. Inoltre sono da ricordare violenze fatte a donne e ad inermi cittadini. Garibaldi cercò, per quanto possibile, di repri­mere queste azioni criminali. Di tali episodi non si fa menzione nello scritto di Stoppa.