Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno
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2001
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pagina
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63
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Valentino Stoppa garibaldino 63
Giunse il generale Zappi, nativo dì Imola, vice comandante delle truppe pontificie, che interrogò i prigionieri per conoscere la loro provenienza. Quando si disse Ravenna, Faenza, Lugo, Imola, gridò come un forsennato: "Questi romagnoli, invece di essere grati al S. Padre, sono tutti traditori'* e sbuffando parti.
Nelle prigioni del papa re
Parte dei prigionieri fu accompagnata alla prigione di S. Michele, altri compreso Valentino furono rinchiusi nei sotterranei di palazzo Salviati. Gli ambienti erano umidi e la paglia sulla quale dormivano bagnata. Le condizioni non migliorarono di molto durante la successiva prigionia nella darsena a Civitavecchia: il trattamento era sempre duro, la paglia era diventata una polvere immonda, carica di luridi insetti. La monotonia di quella vita era interrotta ogni tanto dalla visita di qualche pezzo grosso della curia.
Tornò di nuovo il generale Zappi, che non risparmiò il suo livore per i romagnoli: "A voi farei del male più che posso, se Sua Santità me lo permettesse. Quando fui prigioniero degli italiani nel 1860, passando per Lugo, in Piazza maggiore fui dileggiato e mentre salivo in carrozza un tale mi menò una pedata nel sedere. Ah! Se lo trovassi quel mascalzone!" Quel tale era il Maestro Pagano, lì presente. E sbuffando disse altre stupidaggini degne di un generale del papa.
Giovanni Pagano era nato a Lugo nel 1836, fu professore di ginnasio. Aveva già combattuto nelle campagne del 1859, 1860 e 1866. Dopo il 1880 si trasferì a Trieste, dove divenne un esponente dell'irredentismo. Combatté a Domokos a fianco dei greci e morì a Trieste al rientro da tale campagna. Era stato decorato con sette medaglie al valor militare.
La partenza: a casa finalmente
I prigionieri erano divisi per regioni: i primi a partire furono toscani, lombardi e piemontesi Noi, ex-sudditi del papa, romagnoli, marchigiani, umbri, ci continuarono a tenere prigionieri. Al 15 dicembre La clemenza del S. Padre ci dissero giunge a mandarvi alle vostre case; noi facemmo i fagotti per partire .
Arrivati a Livorno, il Delegato di polizia informò i garibaldini che dovevano sottostare alle leggi e non ribellarsi, perché erano tutti registrati come sovversivi. Ci consegnarono 2 lire per ciascuno, ci caricarono in vagoni di terza, senza coperto e senza sedili, e via per Bologna. Avevo un paio di scarponi nei quali stavo due volte. Calzoni strappati in fondo e per