Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Garibaldini. Secolo XIX
anno <2001>   pagina <64>
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Viviana Bravi
di più rotti nel sedere, il dorsé, sicuro avevo uri dorsé (abito elegante), ancora passabile, al collo niente cravatta una camicia, quella che indossavo da due mesi! In questo modo finì la campagna .
Riconoscente
Dopo aver donato due regni a Re Vittorio Emanuele, Garibaldi ven­ne imprigionato al Forte Varignano. Noi Garibaldini, dopo aver offerto i nostri petti ai Chassepots per dar Roma all'Italia, fummo dileggiati dai giorna­li della monarchia, chiamandoci con i nomi più infami. I nostri concittadini ci guardavano di mal occhio, scansandoci.
Aveva ben ragione il nostro duce di dire, nell'ottobre 1880: "Ben altra Italia sognavo nella mia vita".
Lugo, 3 novembre 1902.
Valentino Stoppa
A conclusione di questo commento ai quaderni di Valentino Stoppa giova ricordare che li scrisse quando aveva 54 anni e che gli avvenimenti da lui rievocati erano avvenuti ben 36 anni prima. Tali fatti, appartenenti al­l'epopea garibaldina, erano ormai imbevuti di retorica celebrativa, che Stop­pa evidenzia con passione patriottica e con spirito di parte. Il tempo pur­troppo sembra aver compromesso la spontaneità del racconto, a volte infar­cito di citazioni di altri memorialisti o dello stesso Generale. Probabilmente nei quaderni si è sfrondato tutto dò che non si voleva ricordare, il non sublime costituito dalle meschinità della guerra. Convinto di aver fatto la sua parte, Valentino ripensa a quell'epoca eroica e a quel sogno di un'Italia così diversa da quella in cui vive, come a volte traspare dai quaderni.
Senza mettere in dubbio quanto narrato dall'autore, si può comunque a ragione ritenere che, essendo stato scritto dopo oltre 30 anni dagli avve­nimenti, non sia un vero e proprio diario, ma un condensato di memorie o ricordi, filtrati attraverso la storiografia più o meno ufficiale.
VIVIANA BRAVI