Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Argentina. Emigrazione. Secoli XIX-XX
anno <2001>   pagina <65>
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L'EMIGRAZIONE OTTOCENTESCA DEL MATESE E L'ASSOCIAZIONE VOLTURNO DI BUENOS AIRES
Introducane all'emigratone italiana in Argentina.
Molto tempo prima che dall'Italia prendesse corpo l'imponente flusso migratorio che andò a popolare il continente americano, l'Argentina era già un approdo consolidato per gli italiani che, sia per ragioni economiche che politiche, espatriavano. Già nel 1810 a Buenos Aires vivevano un'ottantina d'italiani e molti altri, esiliati e disertori, vi sarebbero giunti dopo i moti del 1820-1821;*) il numero crebbe tanto che alla metà del secolo gli immigrati italiani rappresentavano il 12 dei 91.400 abitanti della capitale.2)
Dopo la caduta della dittatura xenofoba di Juan Manuel de Rosas, nel 1853 in Argentina fu promulgata la Costituzione Nazionale, che permise l'ingresso a tutti coloro che lì desideravano trasferirsi. H paese era uno sterminato territorio disabitato, cui nulla era più necessario di quell'enorme flusso di lavoratori che giungevano dall'Europa. Uomini dotati di un mestie­re o che spesso riconvertivano le proprie capacità occupazionali nei lavori di cui più aveva bisogno il paese: gli antichi veticali divenivano cocchieri, gli escari raccoglitori di grano, i meno fortunati restavano giornalieri braccia adatte a qualsiasi lavoro. Comunque manodopera pronta a compensare la costante richiesta di lavoro che l'incessante crescita del paese chiedeva.
Nell'ultimo trentennio dell'Ottocento il flusso di emigranti che dall'Ita­lia si trasferisce in Argentina raggiunge i suoi valori massimi. Più della metà (55,4) proviene dal Nord, soprattutto da Piemonte, Lombardia e Veneto,
') J. N. GUALCO, La epopeya de los italianos en la Argentina, Buenos Aires, Plus Ultra, 1997, p. 100.
2) S. L. BA-JLY, Las sociedades de qyunda mutua y el disarmilo de una comunidad italiana en Buenos Aires 1858-19181 in Desarroilo Economico, Buenos Aires, voi. 21 (1982), n. 84, p. 488.