Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Argentina. Emigrazione. Secoli XIX-XX
anno <2001>   pagina <69>
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Emigrazione del Matese a Buenos Aires 69
nuova lingua. È pronto all'innovazione pur di ottenere quel beneficio eco­nomico che la patria gli ha negato e per la quale ha affrontato il viaggio. A cosa gli servirebbe restare chiuso in un microcosmo parafamiliare, in un'asfissiante realtà analoga a quella del paese lasciato? La famiglia è altra cosa, non è nell'Associazione, dove si vestono i panni buoni di un neo status cui ognuno aspira. La famiglia, quando c'è, è nel luogo riposto, a far da traino a quella catena migratoria cui si attaccano i parenti rimasti al paese. La piazza ricostruita è negli incontri riservati tra conterranei e nell'intreccio di rapporti che servono a tener desta l'endogamia, il matrimo­nio tra paesani, unico tabù cui remigrante sembra non voler rinunciare Ed infatti gli studi sui modelli di agglomerazione degli immigrati italiani indica­no che, a Buenos Aires, la maggior parte di quelli originari dello stesso paese vivono insieme nello stesso quartiere.8)
Dai registri dell'Associazione Volturno si trae la notizia che è una So­cietà di Mutuo Soccorso ed Istruzione cui era stata riconosciuta personalità giuridica. Essa forniva una pensione alle vedove ed agli orfani dei soci defunti, per i quali si accollava le spese funerarie.
Il Registro dei Soci è accurato. Per ogni socio, oltre al numero pro­gressivo di affiliazione, è riportato il luogo di nascita, l'età, lo stato civile (celibe o nubile, ammogliato o casato, vedova), il tipo di lavoro, l'indica­zione se sa leggere o scrivere, la qualifica di socio (fondatore, attivo, effetti­vo), la data di ammissione ed il nome del socio presentatore.
Lo studio delle occupazioni è rivelatore della politica associativa porta­ta avanti dai dirigenti della Volturno. La maggior parte dei nuovi soci che vengono arruolati è espressione di una fascia occupazionale intermedia che potremmo chiamare piccola borghesia deU'immigrato, e che è composta da tre categorie lavorative: i lavoratori qualificati sotto la cui definizione sono raccolti i lavori manuali che richiedono una competenza, come ad esempio carpentieri, muratori, fabbri; lavoratori che svolgono attività non manuali che corrisponde agli impiegati, commercianti, industriali; infine la categoria dei lavoratori semiqualificati, quali marinai, cuochi, meccanici. Queste tre categorie, nell'Associazione Volturno, sono rappresentate rispettivamente per il 48,5, 22,5 e 18.
Resta marginale la rappresentatività delle altre categorie, poste ai due estremi della graduatoria. Da una parte i lavoratori manuali o non qualificati, i cosiddetti giornalieri (3,5), dall'altra i professionisti, quali contabili e farmacisti (3,5). Come in tutte le classificazioni, resta infine il gruppo eterogeneo, non ascrivibile ad alcuna categoria omogenea, che comprende le
*> S.L. BAILY, op. *//., p. 503.