Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Argentina. Emigrazione. Secoli XIX-XX
anno
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2001
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pagina
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70
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70 Alberico Bojano
donne di casa, gli studend, i non occupari, che nel nostro caso è pari al. 4 del totale dei soci.
L'insieme di queste informazioni consente due riflessioni. La prima riguarda la prevalenza numerica delle categorie lavorative intermedie rispetto alle altre: non è un dato specifico dell'Associazione Volturno, ma è un orientamento comune che si riscontra anche in altre società attive nello stesso periodo,9) a riprova dell'attitudine associativa della piccola borghesia immigratoria. Attitudine cui sono meno sensibili, per ragioni presumibilmente opposte, la categoria dei professionisti e quella dei non qualificati, i peones che campano alla giornata.
La seconda occasione di riflessione è offerta dai dati della struttura occupazionale nella città di Buenos Aires nel 1895: la quota d'immigrati che svolge attività non manuali è il 65,3 rispetto al totale della popolazione attiva in questa categoria, mentre gli immigrati qualificati e semiqualificati sono 1*81 del totale.
Ma tra queste ultime due categorie si incunea quella degli immigrati non qualificati, che sono il 75 di tutti i giornalieri attivi a Buenos Aires. Un valore altissimo, non proporzionale alla quota di giornalieri iscritti alle diverse società in quel momento presenti sul territorio.
Tutto ciò indica una cosa sola: i giornalieri immigrati, quelli che negli antichi onciari del nostro Meridione erano etichettati come bracciali, si portano dietro il destino di emarginati senza scrollarselo di dosso. Pur essendo i V4 di tutti i peones di Buenos Aires, solo una piccola percentuale di loro entra a far parte delle associazioni di mutuo soccorso, mentre la maggior quota resta ai margini della società immigrata che ha ormai consolidato la propria strutturazione orizzontale nel tessuto sociale argentino.
Tornando al Registro dei Soci della Volturno, troviamo un'ampia rappresentanza del tipo di lavoro anche tra quelli originari di S. Gregorio Matese. Il 42,8 dei soci sono ascrivibili alla categoria di lavoratori non manuali e sono commercianti, industriali ed una maestra di scuola. Tra i semiqualificati (19) ci sono cocchieri, che è la riconversione dell'antico mestiere di vaticak}()) ampiamente diffuso sui monti del Matese, ed una lavandaia. Un altro 19 è rappresentato da operai qualificati (muratori, falegnami, maniscalchi), mentre resta molto limitata (9,6) la rappresentanza dei giornalieri, l'antico bracciale. La vita associativa della Volturno si snoda per un periodo di 22 anni, durante i quali acquisisce nuovi soci provenienti
<* ////, p. 506.
H8 D. LOPP'REDA, ... et ecclesia Sancii Gregorìì in Matese, Napoli, Loffredo Ed., 1994, p. 140.